Repubblica segnala in mattinata la chiusura del gruppo “Uccidiamo Berlusconi”. Impossibile confermare, visto che il gruppo risulta invece regolarmente raggiungibile da link diretto e conta sempre più membri all’attivo (non risulta, invece, dal motore di ricerca interno ove invece compaiono i vari “Uccidiamo il Partito Democratico”, “Uccidiamo Studio Aperto”, “Contro chi uccide su Facebook”, “Uccidiamo Alfano che non vuol fare uccidere Berlusconi”, “Uccidiamo chi odia Berlusconi”, “Perchè Uccidiamo Berlusconi viene oscurato e Via gli zingari no?”, “Uccidiamo tutti i membri di Uccidiamo Berlusconi”, e via dicendo).
Repubblica segnala come fonte CNRmedia, secondo cui
On-line ci sono ancora gruppi simili (dei cloni, come si dice in gergo) ma il gruppo originario è stato cancellato dall’azienda di Palo Alto che ha così obbedito alle richieste del Governo. Solo Facebook, infatti, poteva intervenire direttamente in così poche ore. Intanto nascono sul social network altri gruppi simili.
Concetto strano, di per sé: chi poteva intervenire sul gruppo, se non Facebook? La Polizia Postale potrebbe al massimo intervenire sull’intero sito, non certo su di una pagina specifica. Ed in ogni caso, lo abbiamo spiegato e vogliamo ribadirlo, la soluzione era semplice semplice: