Lo stabilimento cinese della Catcher Technology è stato chiuso dopo che i funzionari locali avevano denunciato il costruttore per l’emissione di “strani odori” provenienti dalla struttura di Suzhou, nei pressi di Shangai. Inevitabili le ricadute sulle forniture ai clienti, tra i quali figura Apple: la Catcher Tecnology produce il 60% dei case Unibody in alluminio dei MacBook Pro e dei MacBook Air e pertanto per Cupertino potrebbe profilarsi all’orizzonte una situazione per certi versi preoccupante.
Secondo quanto informano alcune testate statunitensi, la decisione di imporre uno stop alla produzione andrebbe ad inficiare la realizzazione dei MacBook. La produzione dovrebbe esser ridotta del 20% per questo mese ma l’invio dei case Unibody ad Apple potrebbe scendere di circa il 40% qualora lo stabilimento di Catcher Technology dovesse restare chiuso anche per il prossimo mese.
Intanto, il presidente della società Allen Horng ha reso noto che si sta cercando di individuare la causa degli odori e rimediare a quanto avvenuto, ma prima di poter riavviare la produzione nello stabilimento di Suzhou bisognerà attendere un’ispezione da parte del governo locale. «Abbiamo segnalato il problema ai nostri clienti chiedendo loro di rimodulare gli ordinativi sui loro fornitori ma ci saranno inevitabilmente delle ricadute», ha spiegato Horng. Oltre ai case dei MacBook Air e MacBook Pro, nella fabbrica si realizzano anche parti di prodotti Acer, Sony, Lenovo e Dell, i quali potrebbero tutti risentire dello stop alla produzione di uno dei loro fornitori.
Importanti le conseguenze per Apple – ma non solo – proprio in vista delle festività natalizie. Non è chiaro se la produzione dei case non realizzati da Catcher Technology potrà essere compensata da altri fornitori: potrebbe essere la Foxconn ad assumersi l’incarico e approfittare pertanto della situazione, ma non è noto se questa sarà in grado di assorbire tutta la produzione dei case Unibody.
Le vendite dei MacBook sono una parte fondamentale dei bilanci Apple e nel terzo trimestre del 2011 hanno rappresentato il 70% delle vendite di tutti i computer made in Cupertino. Non è la prima volta che un partner di Apple chiude per problematiche relative all’inquinamento ambientale, dunque l’azienda dovrà probabilmente in futuro adottare nuovi livelli di rigidità per assicurarsi che non accadano più inconvenienti del genere. Per motivi di produzione, per motivi di immagine.