L’ha pubblicato su YouTube. Non sulla sua celebre rivista, Wired, né sul canale del suo TED, per non confonderlo con tutti gli altri contributi del suo forum sull’innovazione. Chris Anderson ha voluto ritagliare uno spazio speciale per il suo urlo di dolore per gli alluvionati del Pakistan.
Un video di soli cinque minuti, che Anderson e Jacqueline Novogratz, a capo di una fondazione filantropica americana, hanno realizzato dopo aver fatto visita alle zone colpite dall’alluvione. Un insieme di volti, immagini indimenticabili e talvolta scioccanti, con una colonna sonora d’eccezione: quella di Peter Gabriel.
Secondo l’autore di un recente articolo sulla “morte del Web” che ha fatto scalpore e che forse è stato equivocato, il mondo è colpevolmente indifferente alla tragedia del Pakistan. E ciò che lo colpisce di più è il fatto che accada in un momento storico in cui è possibile, per la prima volta, costruire una coscienza collettiva.
Lo ha spiegato in un recente incontro al TED, finito anche in un articolo a sua firma pubblicato oggi dall’Huffington Post dove esalta la condivisione dei video nei social network:
Contrariamente al mito romantico, l’innovazione di solito non proviene da geni solitari e dai loro Eureka!. Essa emerge quando gruppi di persone scintillano l’una contro l’altra. Uno degli aspetti più significativi del Web è che ha portato i più numerosi gruppi umani mai visti prima nella storia (…). Per la prima volta, la gente può vedere quello che le persone migliori di tutto il mondo sono capaci di fare. (…) Il fenomeno è ovunque, e ha il potenziale per trasformare qualsiasi organizzazione. Io la chiamo accelerazione di massa dell’innovazione, e penso che sia sul punto di innescare il ciclo di apprendimento più grande nella storia umana.
Nonostante queste premesse, evidentemente siamo ancora lontani da una consapevolezza piena di queste frontiere. Tuttavia, così come possiamo sentirci lontani dalle tragedie, o inermi, possiamo anche apprezzare la capacità del Web di ricordarci come in fondo la vita sia straordinaria, e fragile, a tutte le latitudini.
Il commento di Anderson al suo video è così commovente che è doveroso concludere con le sue parole.
Quando Jacqueline Novogratz e io siamo tornati la scorsa settimana da una visita alle zone colpite dalle alluvioni del Pakistan, non siamo riusciti a toglierci dalla mente i volti delle persone che avevamo visto: in eguale misura, bello, ossessionante, senza speranza… pieno di speranza. Questi volti sono la migliore risposta possibile alla preoccupante indifferenza che il mondo sta dimostrando nella risposta a questa crisi, una delle peggiori del nostro nuovo secolo.
Abbiamo voluto diffondere quello che abbiamo visto, così abbiamo scritto a uno dei nostri eroi, Peter Gabriel, e lui ha generosamente accettato di lasciarci utilizzare una canzone indimenticabile come colonna sonora per un video che vi mostra i volti delle persone che abbiamo incontrato.
Ognuna di queste persone ha perso quasi tutto ciò che possedeva: le loro case, i loro averi, i loro animali. Nella maggior parte dei casi, tutto tranne i vestiti che indossavano. Vi prego, interrompete quello che state facendo per cinque minuti, fate un respiro profondo, sedetevi accanto a qualcuno a cui volete bene, fare click sul pulsante “schermo intero”, quindi premere play.
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