Il mese di gennaio appena concluso ha registrato un dato che ha subito fatto scattare l’allarme dalle parti di Mountain View: dopo circa due anni in continua ascesa, con numeri in crescita di volta in volta, Google Chrome ha per la prima volta fatto registrare il segno “meno” in termini di percentuale di diffusione. Il browser del colosso della ricerca online ha dunque vissuto un mese di gennaio all’insegna del declino, benché la variazione sia davvero minima.
Secondo i dati pubblicati dalla società di analisi NetApplications, infatti, Chrome è passato dal 19,11% del mese di dicembre del 2011 all’attuale 18,94%. Trattasi dunque di un calo pressoché inconsistente, che nulla toglie all’incredibile rimonta messa in atto nei confronti di Firefox, superato nel corso dell’autunno con un sorpasso che ha consentito al browser di casa Google di raggiungere la seconda posizione del podio. Il tutto, poi, potrebbe essere spiegato non tanto con un calo di forma da parte di Chrome, bensì con un piccolo incidente accaduto durante le scorse settimane.
Agli inizi del mese di gennaio, infatti, Google si è trovato al centro di una vicenda che rischiava di compromettere la relativa posizione agli occhi dell’antitrust: da diverse parti sono piovute accuse di una possibile politica messa in atto dall’azienda per sponsorizzare i relativi prodotti, con pagine web contenenti link verso il sito ufficiale di Chrome che non rispettavano quelle che sono le regole imposte da Google per comparire tra i risultati delle ricerche. L’azienda di Mountain View, insomma, è stata accusata di violare le regole che essa stessa ha imposto e per porre rimedio alla situazione ha penalizzato le pagine ufficiali di Chrome: il calo della diffusione potrebbe dunque essere la naturale conseguenza di una maggiore difficoltà nel comparire in cima ai risultati delle query.
Il calo di Chrome, del resto, è stato controbilanciato da un aumento nella diffusione di Internet Explorer, dal 51,87 al 52,96 percento. Il browser di casa Microsoft, insomma, sembra aver approfittato nel migliore dei modi di tale situazione, benché i dati evidenzino un aspetto da non trascurare: a trainare Internet Explorer nell’ultimo mese è stata principalmente la versione 6, ritenuta oramai obsoleta e supportata soltanto in versioni precedenti dell’OS di Redmond. IE 6 rappresenta ancora un’ampia percentuale del totale, nonostante Microsoft ne sconsigli caldamente l’utilizzo in favore di edizioni più recenti.