Ciechi: appello per l'accessibilità

Le regole di accessibilità esistono, ma non vengono applicate neanche da molti siti pubblici. La denuncia del presidente dell'UIC
Ciechi: appello per l'accessibilità
Le regole di accessibilità esistono, ma non vengono applicate neanche da molti siti pubblici. La denuncia del presidente dell'UIC

«Nell’era dell’informatica le nuove tecnologie possono essere una grande risorsa, dare una grande autonomia ai ciechi. Ma se queste strategie non vengono utilizzate adeguatamente rischiano di diventare uno strumento di ulteriore emarginazione». Intervenendo a Bari all’inaugurazione di una nuova sede regionale, il presidente dell’UIC (Unione Italiana Ciechi) Tommaso Daniele è tornato a chiedere il rispetto delle regole di accessibilità su Internet.

«Esitono regole sull’accessibilità dei siti che, se rispettate, consentirebbero tramite adeguata tecnologia anche ai non vedenti di consultare il Web», ha spiegato Daniele. «In realtà, però nemmeno tutti i siti di enti pubblici sono adeguati a questo codice che consente di trasformare in impulsi sonori le immagini e questo significa che per un cieco sono illeggibili».

Il W3C (World Wide Web Consortium) ha creato nel 1999 la WAI (Web Accessibility Initiative), con la missione di elaborare regole basilari affinché i siti siano universalmente accessibili. Nello stesso anno sono state pubblicate le Web Content Accessibility Guidelines. Il fatto che le regole ci siano, ma non vengano applicate, è secondo Daniele la dimostrazione che l’integrazione «non è un problema di tecnologia ma di cultura»

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