La scure dei brevetti potrebbe abbattersi presto su numerose aziende di primo piano a livello internazionale: secondo quanto riportato da ArsTechnica, infatti, un’azienda non meglio identificata starebbe da tempo cercando di far valere i propri diritti in merito ad un brevetto depositato presso l’USPTO in materia di cifratura ed avrebbe intenzione di imprimere un giro di vite per ricavare il più possibile da ciò. In ballo vi sono colossi del calibro di Google, Apple, eBay, ed Expedia, per un elenco che include centinaia di altri nomi.
Gli archivi dei giudici sarebbero quindi ricchi di casi di questo tipo, tutti riconducibili alla società texana TQP Development, incaricata dalla compagnia detentrice del brevetto di bussare alla porta di tutte le società che in questi anni hanno utilizzato la tecnologia brevettata sui propri siti Web (brevetto 5,412,730). Quest’ultima sarebbe fondamentale nell’utilizzo di sistemi quali SSL e TSL, alla base degli attuali strumenti per l’instaurazione di collegamenti sicuri tra nodi nella rete Internet e dunque ampiamente adottata da svariate società per rendere maggiormente sicuri i propri siti.
Una falla scoperta in altri sistemi di cifratura, inoltre, avrebbe spinto aziende come Google e Twitter a promuovere l’utilizzo di RC4, un sistema di cifratura per il quale proprio nelle scorse settimane sono state denunciate sempre da TQP gruppi come Intel, Wind River Systems e Hertz Corporation. L’importanza delle vulnerabilità registrate ha quindi fatto lievitare il valore del brevetto posseduta dall’anonima società che in questi mesi sta mettendo a ferro e fuoco l’industria del Web, consapevole ora di avere tra le mani una tecnologia che potrebbe divenire giocoforza l’unica soluzione sicura a disposizione delle aziende denunciate.
Nella maggior parte dei casi, la diatriba legale sarebbe stata risolta ricorrendo ad un accordo economico per la concessione in licenza del diritto di utilizzare tale brevetto, come accaduto ad esempio nel caso di Apple. Tale soluzione è in generale quella maggiormente preferita dalle aziende denunciate, le quali potrebbero incorrere in sanzioni ben più pesanti nel caso in cui i giudici dovessero stabilirne la colpevolezza.