Sembra non conoscere sosta l’attività censoria delle autorità di Pechino sul Web. A pochi giorni dall’introduzione del controverso sistema di filtraggio dei contenuti Green Dam, dalla Cina giungono notizie su nuove restrizioni imposte dal governo tese a limitare l’accesso alle ricerche scientifiche legate al sesso e alla sessualità. Il nuovo provvedimento si ricollega alla serie di iniziative intraprese da Pechino per contrastare la pornografia online.
Stando alle informazioni ottenute dal quotidiano statunitense The New York Times, il ministro della sanità del governo cinese ha da poco diffuso una nuova serie di norme per regolamentare la pubblicazione dei paper scientifici che si occupano di sesso e sessualità. I trasgressori saranno puniti con una multa particolarmente salata e fissata intorno ai 4,400 dollari. Ogni caso sarà inoltre analizzato con cura dalle autorità cinesi, che avranno la possibilità di intervenire e istituire ulteriori indagini per verificare le responsabilità e consegnare alla giustizia i trasgressori delle nuove norme da poco imposte.
A partire dal mese di luglio, pare contestualmente al lancio di Green Dam, editori e fornitori di informazioni mediche e scientifiche online in Cina dovranno attivare degli appositi filtri per consentire solamente ai professionisti del settore di accedere ai contenuti legati alle ricerche sul sesso. Secondo il ministero della sanità cinese, tale provvedimento limiterà la diffusione dei «contenuti pornografici nel nome della ricerca scientifica legata al sesso» inoltre, «le sezioni dei portali web che si occupano di salute non potranno fornire servizi per effettuare ricerche sui temi legati al sesso».
Il nuovo provvedimento segna un ulteriore passo in avanti nella strategia del governo di Pechino tesa a limitare sensibilmente la libertà di navigazione online. Nel corso delle ultime settimane le autorità cinesi hanno condotto una vera e propria campagna contro la Rete e i contenuti pornografici, ribadendo più volte l’intenzione di rendere qualsiasi contenuto a sfondo sessuale inaccessibile agli utenti cinesi. A tale scopo il prossimo 1 luglio entrerà in funzione il controverso sistema di filtraggio dei contenuti Green Dam, che secondo numerosi osservatori potrebbe presto consentire alla Cina di intensificare l’opera di censura della Rete in genere e non solo dei contenuti a sfondo pornografico.
Il governo degli Stati Uniti ha espresso la propria preoccupazione per l’introduzione di Green Dam, sottolineando come il nuovo sistema potrebbe non solo nuocere alla libertà di espressione, ma anche al libero commercio tra la Cina e numerosi altri paesi del mondo. Nonostante le critiche ricevute da Washington e da numerose associazioni a tutela della libertà di espressione, il governo di Pechino non sembra essere intenzionato a cedere, come implicitamente confermato anche dagli ultimi provvedimenti assunti dal suo ministro della sanità.