La censura online in Cina si appresta a vivere un nuovo importante cambiamento: il Governo cinese ha infatti annunciato l’istituzione di un nuovo ufficio che si occuperà di giostrare le attività legate alla pubblicazione di contenuti in Rete, compito che finora era suddiviso tra diverse agenzie ma che ora sarà appannaggio di un unico organo dotato di ampio potere.
Denominato State Internet Information Office, tale ente «dirigerà, coordinerà e supervisionerà la gestione di contenuti in rete e avrà il potere di approvare attività legate alla pubblicazione di notizie online». Lo scopo, stando a quanto pubblicato in una nota da un portavoce del Governo, è quello di regolare la distribuzione di informazioni attraverso la grande Rete, promuovendo l’utilizzo di pratiche legali in un campo nel quale la Cina ha in più occasioni dato dimostrazione di avere ferree leggi in materia di censura.
L’ufficio sarà diretto da alcuni membri del Consiglio di Stato, tra cui il vice Ministro per l’Industria e le Tecnologie Informatiche Xi Guohua ed il vice Ministro per la Sicurezza Pubblica Zhang Xinfeng. Spetterà dunque ad alte cariche dello Stato il compito di far rispettare l’apparato legislativo cinese da parte di tutti coloro i quali operano nel mondo dell’informazione in Rete, con la possibilità di applicare censure nei confronti di attività ritenute sospette.
Tutti i canali di informazione che fanno di Internet il proprio canale di comunicazione dovranno dunque passare attraverso il severo processo di valutazione messo in atto dallo State Internet Information Office, che cercherà inoltre di promuovere la realizzazione di portali ufficiali per la distribuzione di news sul territorio cinese attraverso il web. I compiti del nuovo organo non si fermano qui ma toccano anche la gestione di nomi a dominio ed indirizzi IP (regolandone l’assegnazione ad utenti ed aziende cinesi) e l’intrattenimento online: giochi in Rete e contenuti multimediali dovranno dunque essere approvati prima di poter essere pubblicati.
Le maglie della censura si fanno più organiche e strutturate, insomma, confermando l’importanza che il governo centrale attribuisce al monitoraggio delle espressioni online e delle dinamiche sociali con cui la Rete permea la diffusione di pensieri, movimenti e (l’Egitto ne è testimone) rivolte.