Un enorme occhio puntato verso il cielo, con un diametro pari a 500 metri. È il radiotelescopio FAST (acronimo che indica Five hundred meter Aperture Spherical Telescope) costruito nella contea di Pingtang (provincia di Guizhou), nel sudovest della Cina. Un’opera di alta ingegneria, che ha richiesto oltre vent’anni tra progettazione e realizzazione, oltre che 161 milioni di euro d’investimento.
I lavori sono iniziati addirittura nel 1994 ed è lo strumento più grande al mondo della sua categoria (il record precedente apparteneva all’Arecibo Observatory di Porto Rico, con 300 metri). Servirà per scandagliare gli angoli più nascosti e reconditi dello spazio alla ricerca di forme di vita aliena. Dal punto di vista tecnico, il telescopio è posizionato all’interno di una depressione carsica naturale ed è composto da 4.450 pannelli triangolari che coprono un’area complessivamente pari a quella di 30 campi da football. La superficie è di tipo attivo, dunque in grado di modificare costantemente la propria conformazione in modo da allinearsi al meglio con la porzione di cielo inquadrata, per ridurre al minimo deformazioni e disturbi nelle immagini catturate.
L’accensione è fissata per il mese di settembre, ma sfortunatamente FAST non inizierà fin da subito a cercare presente di vita extraterrestre. Nei suoi primi due o tre anni di attività verrà sottoposto a configurazioni e aggiustamenti, nonché ad alcuni test da parte di ricercatori locali. Dopodiché, il radiotelescopio verrà messo a disposizione della comunità scientifica internazionale. Sarà in grado di identificare sorgenti radio pulsanti, onde gravitazionali e persino la presenza di aminoacidi su altri pianeti.
Tutto questo ha però un costo, in termini di impatto ambientale e civile. Per assicurare il perfetto silenzio radio in un raggio di 5 Km dall’impianto, 9.000 residenti della zona sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per iniziare una nuova vita altrove.