Le rivoluzioni spesso sono segnate da singoli strumenti tecnologici, singoli prodotti in grado di cambiare un mercato, un utilizzo o anche semplicemente l’accesso a determinate potenzialità. In questo senso la Red Camera da tempo è identificata da molti (sia professionisti del cinema che amatori) come uno degli oggetti più rivoluzionari in assoluto. E sta per diventarlo ancora di più.
Si tratta di una videocamera digitale dal costo base di 17.500 dollari (che sale a 40.000 se si aggiungono le lenti e gli accessori principali) capace di girare con una risoluzione di 4K (la maggior parte dei cinema digitali del mondo, e la totalità di quelli sul suolo italiano, proiettano in 2K), dal peso quasi ridicolo (si tiene con una mano) e dalla straordinaria sensibilità alla luce.
La sua forza sta nelle componenti: la videocamera cioè la si può comporre acquistando separatamente e di volta in volta i singoli pezzi che servono al caso, uno dei quali per esempio è la plug in per fare il 3D. Cosa che riduce di molto il prezzo del set basic.
La Red è insomma una videocamera digitale tra le migliori al mondo e non costa praticamente nulla, se si pensa che le concorrenti stanno intorno ai 100.000 dollari, ma se i primi modelli (andati a ruba) erano indirizzati ai professionisti, arriva adesso l’offerta consumer.
Ora la Red lancerà un nuovo pacchetto di componenti che consentono oltre un milione di nuove combinazioni e quindi di fasce di prezzo la più economica delle quali si aggira intorno ai 3.000 dollari (e si parla sempre di videocamere funzionanti e di alta qualità sebbene dalle funzioni inevitabilmente limitate). Questo vuol dire che gli amatori di fascia alta, quelli che in slang sono definiti prosumer, avranno lo stesso tipo di attrezzatura dei professionisti.
Un simile oggetto infatti cambia tutte le potenzialità dei videomaker in erba e dà ai professionisti di Hollywood (Steven Soderberg, che è un grande sostenitore del marchio, in testa) uno strumento molto più versatile, maneggevole e innovativo con cui produrre i film ad alto budget ma anche opere più personali e particolari senza necessariamente andare rovinati nel tentativo.
In più la nuova Red non è solo una videocamera ma anche una macchina fotografica Reflex, il che significa che molte delle componenti (tranne ovviamente il “cervello”) sono in comune e possono essere utilizzate in entrambi i modi. È insomma un oggetto palesemente orientato verso il pubblico consumer e non quello business, verso gli amatori i nuovi filmmaker, eccetera. Uno strumento che non solo innalza il livello medio produttivo ma che soprattutto chiude il cerchio iniziato con la digitalizzazione, quello degli strumenti alla portata di tutti e dei software di montaggio professionali che sono gli stessi acquistabili da chiunque.
Quest’anno “Un Altro Pianeta”, film italiano andato nei cinema anche con un discreto successo sebbene di nicchia, è stato girato con 1.000? totali di spesa (la troupe ha lavorato gratis) e montato al computer con software Apple (non Final Cut). Il prodotto finito poi è stato portato ad una casa di distribuzione che, visto il tutto e visto che non aveva bisogno di ritocchi, ha deciso di distribuirlo (che è ancora la parte che costa più di tutte e, finchè i proiettori digitali non saranno una realtà, sarà sempre l’ultimo scoglio).
Con la Red il film sarebbe stato anche in HD.