La notizia arriva nella serata di ieri, direttamente dal sito del Governo: «il Cipe ha approvato il programma operativo del Piano Banda Ultra Larga, a cui vengono assegnati da subito 2,2 miliardi di euro, che consentiranno di partire immediatamente con la fase attuativa». E continua: «altre risorse, per un ammontare di 1,4 miliardi, saranno conferite al Piano con successivi provvedimenti normativi. Complessivamente è previsto l’impiego di risorse per ben 4,9 miliardi di euro».
La politica del fare su cui Matteo Renzi sta scommettendo la seconda parte del suo mandato vive dunque una nuova fase di improvvisa accelerazione, con una importante cifra investita dal Comitato interministeriale per la Programmazione Economica in una serie di interventi che il Governo inquadra come un modo mirato ed efficace per investire sulle infrastrutture. Spiega infatti Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Dal Cipe oggi viene una vera e propria scossa per lo sviluppo del Paese. 2.2 miliardi pronti da spendere subito per la Banda Ultra Larga vanno assieme a 600 milioni sul Terzo Valico di Giovi, ai 75 milioni sulla intermodalità nei porti di Trieste, La Spezia e Genova. Abbiamo recuperato i soldi del Fondo di Sviluppo e Coesione per Calabria, Campania e Sicilia consentendo a queste regioni di non perdere le risorse comunitarie. Interventi mirati e non soldi a pioggia, insomma per costruire e irrobustire la rete delle infrastrutture fisiche e digitali su cui l’Italia si gioca il suo futuro».
Entro l’autunno si prevede l’apertura delle prime gare dall’appalto, dopodiché la linea ottica inizierà ad essere stesa sulle direttrici previste per arrivare ad una copertura finale di tutto il paese. I piani non sono ancora stati pubblicamente definiti, ma il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, sembra voler dare una proiezione indicativa: «Se anche i privati faranno la loro parte, come sembra di capire dall’esito della consultazione alla quale hanno partecipato trenta operatori, gli obiettivi della banda ultralarga per tutti i cittadini italiani entro il 2020 sono possibili».
Il piano è stato approvato lo scorso mese di marzo, da poche settimane sembra aver coinvolto anche ENEL ed in piena estate si passa già alla fase operativa. Se realmente in autunno le prime gare d’appalto saranno indette, il piano potrebbe effettivamente decollare trainando anche i principali operatori. Dopo anni di parole, insomma, la banda larga in Italia sembra effettivamente muoversi: il condizionale è però d’obbligo, perché i passi indietro fin qui vissuti dal comparto nell’ultimo decennio non autorizzano alcun ottimismo precoce.