Cisco, accuse dalle vittime della censura cinese

Cisco Systems avrebbe collaborato con la censura cinese portando alla tortura ed alla pena capitale migliaia di fedeli del Falun Gong.
Cisco, accuse dalle vittime della censura cinese
Cisco Systems avrebbe collaborato con la censura cinese portando alla tortura ed alla pena capitale migliaia di fedeli del Falun Gong.

Nel complesso quadro della censura cinese entra in gioco un nuovo elemento: trattasi di Cisco System, colosso dell’industria delle telecomunicazioni accusato di aver supportato le azioni di controllo e censura da parte del Governo della Cina. Il tutto sarebbe avvenuto tramite la realizzazione di appositi sistemi di monitoraggio ed alcune modifiche ai dispositivi prodotti dalla società di San José.

Ed è proprio presso la Corte Federale di San José che è stata depositata la denuncia nei confronti del gigante statunitense, sulla quale campeggia la firma del movimento spirituale Falun Gong. Nato nel 1992, tale movimento può contare su oltre 70 milioni di seguaci e fa di Internet il principale canale di informazione e comunicazione. Nel corso degli anni il Governo cinese ha iniziato ad intravedere nel movimento una possibile minaccia politica, dando il “La” ad azioni di controllo e censura nei confronti dei suoi membri. Azioni che, a quanto pare, sarebbero state spalleggiate da Cisco.

Uno dei punti chiave della vicenda è la realizzazione del sistema “Golden Shield“, uno strumento che permette al Governo cinese di controllare le attività in Rete dei dissidenti. Grazie a Golden Shield le forze dell’ordine sarebbero riuscite ad incastrare oltre 5000 membri del movimento Falun Gong, alcuni dei quali sono stati in seguito torturati e addirittura condannati alla pena capitale. Accuse forti piovono dunque dalla Cina nei confronti di uno dei giganti della Silicon Valley, il cui CEO John Chambers figura in prima fila nel report redatto dalla Human Rights Law Foundation, che ha supportato il Fulan Gong nell’attacco contro Cisco.

La società californiana ha comunicato tramite un proprio portavoce di ritenere infondate le basi sulle quali si fonda l’intera questione, chiamandosi fuori da ogni possibile coinvolgimento con il Governo cinese. Coinvolgimento che tuttavia risulta essere stato testimoniato da prove tangibili già nel corso degli anni, con documenti che riuscirebbero a comprovare i legami tra Cisco e la Cina in materia di Web e censura della Rete.

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