322 Terabit per secondo: è questa la promessa portata avanti da Cisco System. La promessa prende corpo dietro la sigla CRS-3, un nuovo router che segue la produzione precedente moltiplicandone la capacità per far fronte alle crescenti necessità che il mercato esprime.
Cisco aveva preparato l’evento promettendo una autentica rivoluzione. Facendo leva sulla forza dei numeri Cisco ha confermato quanto anticipato presentando una tecnologia in grado di aumentare ulteriormente la velocità e la capacità della Rete, confermando altresì il brand al centro dello sviluppo delle infrastrutture della Rete su cui il Web prende corpo. Il fattore moltiplicativo che motiva un investimento nel CRS-3 è insito nel nome: il CRS-3 sarebbe 3 volte più veloce rispetto al predecessore CRS-1 e, secondo le stime fornite dal gruppo, almeno 12 volte più rapido rispetto alle soluzioni concorrenti più performanti.
Cisco spiega di aver progettato il CRS-3 specificatamente per la distribuzione di contenuti video. È infatti questo uno dei trend crescenti del mercato: lo streaming è ormai una realtà solida e crescente, il cui approdo sul mercato di massa è destinato a determinare un aumento repentino delle necessità di banda. Il possesso di un CRS-3 è una sorta di assicurazione per l’abbattimento di eventuali colli di bottiglia che venissero a manifestarsi, una scommessa a partire da 90 mila dollari per singola unità ed al momento ancora in fase di test antecedente alla distribuzione ufficiale.
AT&T avrebbe immediatamente deciso di investire nel nuovo router e da più parti si indica Google come possibile cliente interessato (soprattutto in virtù delle suggestioni di banda larghissima paventate nelle ultime settimane). Cisco da parte sua non descrive soltanto le virtù relative alle performance del nuovo concept, ma ne esalta anche un valore non secondario: la soluzione CRS-3 permetterebbe forti risparmi in quanto a consumi energetici, un risparmio stimato nell’ordine del 60% rispetto alle soluzioni antecedenti.
L’utenza consumer non ha interesse diretto in questo tipo di mercato (destinato a grandi gruppi, provider, carrier), ma la ricaduta sarà invece diretta e pesante: videoconferenze, soluzioni “cloud”, streaming, fonia e quant’altro sono gli aspetti che suggeriscono lo sviluppo di questo tipo di soluzioni a Cisco nella convinzione per cui il passaggio del mondo da analogico a digitale sia appena iniziato.
Fa notizia, in parallelo, una coraggiosa scelta Cisco destinata a pesare in modo forse determinante sui destini del Wimax. Cisco, infatti, sembra aver abbandonato la strada dello sviluppo optando invece sulla concorrente LTE. A questo punto sono sempre di più le risorse spostate su LTE rispetto alla precedente scommessa Wimax, le cui resistenze alal caduta sono probabilmente dettate più dagli onerosi investimenti del passato che non dalle credenziali attuali. La pedina giocata da Cisco su questa scacchiera potrebbe però essere fondamentale.