Scottata da un recente problema giudiziario, causato da una fuga di notizie su un blog personale di un proprio dipendente, CISCO ha deciso di adottare una policy precisa per quanto riguarda il blogging del proprio personale.
Come noto CISCO è una di quelle aziende estremamente attente ai new media e alle nuove tecnologie, e ha dimostrato più volte, anche di recente a Milano, di essere un osservatore sincero e puntuale delle nuove tendenze della rete.
Tuttavia, quando si parla di azienda, dati sensibili e informazioni riservate è ovvio che qualche paletto va posto. CISCO ha quindi ribadito l’assoluta libertà di bloggare accordata ai propri dipendenti, sia su blog personali che su quelli corporate di CISCO.
Allo stesso tempo è però fatto obbligo, oltre al banale divieto di non diffondere informazioni confidenziali, di palesare la propria identità e il proprio ruolo in CISCO laddove si parla di argomenti legati all’azienda. Permane, invece, assoluta libertà di anonimato su argomenti che nulla c’entrano con il business di CISCO.
Viene infine sottolineato che le dichiarazioni rese dai dipendenti CISCO sui propri blog o sui blog corporate, rispecchiano le idee ed opinioni del dipendente e non di CISCO.
Trovo questo approccio molto corretto ed estremamente educativo sia per i dipendenti, che vengono responsabilizzati e le cui opinioni vengono incanalate in un’ottica di correttezza verso chi gli dà lavoro, sia per le altre aziende, troppo spesso poco attente a questi temi.
La tentazione di applicare i vari elementi del “Web 2.0” porta sovente a realizzazioni pasticciate, con blog improvvisati nei quali regna anarchia. La regola “patti chiari, amicizia lunga” è invece fondamentale in questi contesti, è bene quindi lasciare piena libertà ai propri dipendenti, a patto che questi si assumano le proprie responsabilità.