Per Apple il problema dei graffi sull’iPod Nano si fa sempre più grave e ciò non tanto per un aggravarsi della situazione legale del gruppo nel caso specifico, quanto per l’estendersi del numero dei soggetti denuncianti: la causa legale è infatti divenuta fin da subito una class action ed ora il tutto è stato addirittura aperto alle denunce provenienti dall’estero.
Come sottolinea Macity le class action (denunce collettive) «sono normalmente innescate dagli studi legali che raccolgono adesioni da parte del maggior numero possibile di querelanti traendo, in caso di buon esito della vicenda, una percentuale dal risarcimento danni per ciascun cliente rappresentato». In questo caso l’estensione ad un livello internazionale della vicenda può spingere la causa ad un alto valore commerciale intrinseco, il tutto ai danni di Apple ed a favore dello studio Hagens Berman Sobol Shapiro (HBSS) che porterà avanti la causa. Va segnalato come lo stesso studio legale sia coinvolto in una ulteriore class action ai danni di Intel.
L’intenzione dei denuncianti è quella di avere un risarcimento per il danno ricevuto in seguito all’acquisto dell’iPod Nano fallato. Il problema emerso è quello di una superficie del prodotto troppo vulnerabile e tale per cui un gran numero di utenti ha riscontrato il deterioramento del materiale già pochi giorni dopo l’acquisto. Secondo il responsabile Apple Phil Schiller il problema coinvolge 1 iPod Nano su 100 ed il tutto va dunque confinato ad un semplice problema per pochi.
Apple per spegnere la polemica ha immediatamente offerto la propria disponibilità al cambio degli iPod fallati, ma nel frattempo i meccanismi procedurali per la prima class action erano ormai avviati. La seconda denuncia collettiva odierna raccoglie anche i detrattori inglesi e messicani ed apre potenzialmente a chiunque la possibilità di contestare ad Apple il prodotto.
La denuncia HBSS fa perno sul fatto che il difetto sia un vizio di design imputabile direttamente ad Apple. Il gruppo di Cupertino, pur ammettendo i problemi, nega che il problema derivi dal design del prodotto (ove “design” va considerato con accezione più estesa del semplice termine “disegno” e comprendente ad esempio anche la composizione dei materiali adoperati). E’ su questo punto che si giocherà presumibilmente la battaglia giudiziaria tra i legali denuncianti ed il gruppo della mela.