Autoreferenzialità. Quante volte se ne è sentito, a proposito o meno, parlare. A proposito della blogosfera è uno dei concetti che più volte vengono tirati fuori dal cilindro, una sorta di parola che va un po’ sempre bene: una spolverata di “autoreferenzialità” e il discorso prende gusto. Ovviamente la cosa andrebbe approfondita in quanto i legami naturali che si creano all’interno di una nicchia o nel contesto di nicchie interagenti sono qualcosa che va oltre la semplicistica abulica e statica autoreferenzialità.
Eppure in certi casi sembra proprio che questa tendenza rappresenti un polo troppo forte che attira tutto e tutti. C’è una sorta di gusto (non dico “perverso”, ma ne avrei la tentazione) nel creare un qualsiasi sistema che crei ridondanza all’interno della “nicchia” tale per cui si tende a confermare lo status quo ossessivamente. Compulsivamente si cerca di definire il gruppo partendo dagli elementi comuni conosciuti i quali passano da semplici attori del sistema a veri e propri elementi linguistici: chi non linka o nomina certi blog è “al di fuori” (dalla cd Discussione, da quel polo che crea contenuti a manetta, da quella “nicchia” che partorisce post su post lasciando più o meno ai soliti noti l’origine del dibattere).
E fin qui è la solita spolverata superficiale di “autoreferenzialità”, robe trite e ritrite, nulla di nuovo. Tutto ciò solo per proporre due esempi relativamente recenti.
Primo: le classifiche sui personaggi del 2007 della blogosfera. Una di esse, la più citata delle ultime settimane, ha chiesto ad alcuni blogger di dare i loro voti. Non per colpa, per dolo o per chissà quale macchinazione, ma piuttosto per una legge naturale basata sui loro rapporti umani, dalla classifica è uscita sostanzialmente vincitrice… la giuria stessa. Gli uni hanno votato gli altri, e qualcuno alla fine l’ha spuntata. Il tutto all’interno di un cerchio sostanzialmente chiuso nel quale non sarebbe stato difficile sapere a priori i gusti dei singoli. Scegliendo blogger che parlano di videogiochi e multiplayer, molto probabilmente quella classifica sarebbe stata piena di blogger esperti di videogiochi e multiplayer insomma. Banale, elementare, ovvio. Si, vero, è un “giochino” di fine anno fine a se stesso… però tanti giochini fini a se stessi creano un sistema intero fine a se stesso..
Secondo: l’alberello composto da lettere e simboli grafici, tutti opportunamente linkanti un blog diverso. Ci siamo finiti dentro pure noi, anche se ho evitato di cercare la lettera che ci ospita. Una lunghissima serie di caratteri, una sfilza infinita di link e tutto ciò per cosa? Per citarli tutti, per essere ripresi, per esserci. L’alberello non ha forse fatto il grande passo sui “grandi” blog, ma il numero di segnalazioni che WordPress sta inviando è degno di nota.
Ennesima ridondanza in cui non c’è dolo, non c’è macchinazione, non c’è alcuna perversione vera: chi cerca un “cattivo” non lo troverà perchè non c’è. Semplicemente il sistema ha bisogno di sostenere se stesso. E a volte rigurgita contest e post a catena. Classifiche e alberelli.
Update: vedo che proprio oggi in un certo senso se ne parla anche qui.