Due grandi giornali hanno voluto iniziare il 2014 con un editoriale diretto verso la medesima persona e causa che rappresenta: Edward Snowden. L’ex contractor CIA, attualmente in Russia, che ha svelato al mondo le operazioni di sorveglianza della NSA, l’agenzia di sicurezza nazionale americana, non può più assolutamente essere considerato una spia: è un whistleblower a tutti gli effetti, un cittadino che rompe un patto aziendale per uno scopo superiore di bene collettivo.
La notizia non è tanto l’editoriale del Guardian, il quotidiano britannico da sempre in prima fila sul caso grazie al lavoro di Glenn Greenwald, piuttosto quello del NYT, giornale che aveva sempre tenuto un profilo più basso. Considerando l’enorme valore delle informazioni che ha rivelato e gli abusi che ha dimostrato, Snowden merita una vita migliore di quella dell’esilio permanente. Così, senza tanti fronzoli, scrive l’editorial board del NYT, composto da 19 firme della redazione che rappresentano la voce del consiglio di amministrazione, il direttore e l’editore. Insomma, si tratta di un endorsement, clamoroso, che avrà conseguenze politiche interne per l’amministrazione Obama.
(1/2) sono felice di leggere finalmente un editoriale del NYTimes a favore di #Snowden: lo stesso editoriale che NYT non si è MAI degnato
— Stefania Maurizi (@SMaurizi) January 2, 2014
I concetti espressi dal giornale della Grande Mela (ma l’editoriale va veramente letto per intero) sono così sintetizzabili:
- Il presidente Obama non ha più ragione di ritenere che Snowden abbia semplicemente violato la legge pubblicando informazioni riservate: da contractor non sarebbe stato immune da pesanti sanzioni anche in caso avesse denunciato secondo l’iter gli abusi; inoltre, il successivo dibattito ha dimostrato che l’agenzia riteneva di agire in piena legalità e non l’avrebbero ascoltato.
- Le rivelazioni di Snowden sono al centro dell’imbarazzo che ha portato lo stesso Obama a nominare un panel di esperti che ha emesso un potente atto d’accusa contro le tecniche invasive della NSA e ha chiesto una profonda revisione delle sue operazioni con un report contenente ben 46 raccomandazioni.
- La NSA ha sistematicamente minato i sistemi di cifratura di base di Internet, danneggiando le aziende perlopiù americane che dipendevano da questa fiducia. Questo danno non è forse la più autentica attività antiamericana?
- Il direttore dell’intelligence nazionale, James Clapper Jr., ha mentito al Congresso quando a marzo ha testimoniato che la NSA non ha mai raccolto milioni di metadati dei cittadini americani. Questa è la persona a cui si sarebbe dovuto rivolgere Snowden.
- Un giudice federale ha stabilito che il programma di raccolta dei dati telefonici vìola il quarto emendamento e non c’è alcuna prova che si sia fermato qualsiasi atto imminente di terrorismo.
Le conclusioni sono inevitabili:
È tempo per gli Stati Uniti offrano al signor Snowden un patteggiamento o una qualche forma di clemenza che gli permetta di tornare a casa; almeno riduca notevolmente la pena alla luce del suo ruolo di whistle-blower. (…) Rick Ledgett, che guida la task force della NSA sulla fuga di informazioni di Snowden, ha recentemente dichiarato alla CBS che prenderebbe in considerazione l’amnistia se il signor Snowden tornasse a casa senza ulteriori rivelazioni. Ed è questo che il presidente Obama dovrebbe dire ai suoi collaboratori per iniziare a trovare un modo per porre fine alla denigrazione di Snowden e dargli un incentivo per tornare a casa.
https://twitter.com/ggreenwald/status/418694296779239425
La posizione del Guardian
Per il grande giornale britannico nulla da eccepire sulle argomentazioni del board del NYT: dopo l’intervista sul Washigton Post, secondo la testata da cui il Datagate è partito è chiaro come Snowden abbia vinto la sua partita più importante, cioè dimostrare di aver violato la segretezza, pagando un prezzo molto alto nella sicurezza personale, perché convinto che il suo datore di lavoro stesse infrangendo dei principi costituzionali. Un atto coraggioso:
Il dibattito che Snowden ha facilitato senza dubbio verrà affermato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Se questi giudici sono d’accordo con il gruppo di revisione di Obama e il giudice Richard Leon nel considerare che Snowden ha effettivamente suscitato serie questioni di rilevanza pubblica che in precedenza erano nascoste (o, peggio, disonestamente nascoste), è allora concepibile che possa essere trattato come un traditore o un criminale comune? Ci auguriamo che le menti più calme all’interno dell’attuale amministrazione stiano lavorando su una strategia per consentire a Snowden di tornare negli Stati Uniti con dignità, così che il presidente lo tratti umanamente e in un modo che sarebbe di fulgido esempio per il valore della libertà di espressione.