“Click fraud”, ovvero truffa legata ai click. E’ questa l’accusa rivolta per l’ennesima volta ad un motore di ricerca, e non per la prima volta è coinvolto nel problema anche il gruppo Google. L’accusa proviene dalla Click Defense, la quale contesta al motore di Mountain View la mancata adozione di un opportuno sistema di difesa per gli utenti che, pagando le inserzioni, si vedono defraudati dei “click” acquisiti.
Il “click fraud” ha diverse origini. In questo specifico caso non vengono prese in considerazione le cause che originano il fenomeno (click aventi lo scopo di rovinare le campagne promozionali concorrenti; click aventi lo scopo di aumentare i costi per la concorrenza; click aventi lo scopo di aumentare gli introiti per i motori o per i siti del circuito AdSense), ma semplicemente la mancata tutela dei clienti da parte del motore di ricerca.
Secondo i dati raccolti dall’accusa (Click Defense è una compagnia che si occupa specificatamente di frodi legate ai click truffaldini), la quantità dei click raggiungerebbe una quota pari al 38% circa del totale. Già in passato altre stime avevano recitato un simile canovaccio (nello scorso Dicembre la Alchemist Media stimava la truffa in una percentuale del 20%, 6 mesi prima una ulteriore quotazione viaggiava sulle stesse cifre).
La quasi totalità delle entrate del gruppo Google è concentrata sulle promozioni online. Per questo motivo la reazione del gruppo non poteva farsi attendere ed un portavoce ha immediatamente respinto ogni addebito annunciando che il gruppo difenderà «vigorosamente» il proprio agire. Nel Novembre 2004 Google aveva già dato il via ad una azione dimostrativa denunciando la Auctions Expert International proprio per casistiche legate al click fraud. Ora sarà Google a doversi presentare alla sbarra, presso la Corte Distrettuale di San Jose, per rendere conto del proprio operato.