8 milioni di persone sarebbero coinvolte nel furto di dati che il Sunday Herald ha annunciato ai danni della nota catena Best Western Hotel. 8 milioni, ovvero il numero dei turisti che hanno fatto sosta in uno degli hotel della catena negli ultimi 12 mesi. I dati, tra i quali anche i numeri di carta di credito, sarebbero finiti in Russia, presumibilmente in mani poco affidabili, con tutti i rischi che ne conseguono. Ma a distanza di poche ore la storia sembra già essersi ampiamente sgonfiata.
L’annuncio del Sunday Herald è quantomeno allarmistico: tutti i dati sarebbero stati trafugati da un cracker indiano grazie ad un trojan inserito nei sistemi informatici della catena di hotel (1312 strutture in tutto il mondo). I dati comprenderebbero indirizzi di casa, numero di telefono, dettagli sulla carta di credito fornita ed altro ancora. Secondo Jacques Erasmus, ex-hacker oggi al soldo della Prevx, il furto sarebbe importante e preluderebbe ad una pericolosa ondata di criminalità in tutta Europa.
L’accesso ai dati sarebbe avvenuto tramite una serie di abbinate nome/password defraudati ai legittimi assegnatari e la catena non si sarebbe accorta del problema fino alla segnalazione giunta dalla testata che ha poi lanciato lo scoop. A questo punto l’intervento è stato sollecito ed ogni precauzione è stata adottata per tutelare il database da ulteriori accessi monitorando inoltre la situazione in collaborazione con i gestori delle carte di credito potenzialmente in pericolo.
La Best Western ha infine diramato un lungo comunicato per spiegare quanto successo e rassicurare l’utenza: i dati conservati sono solo quelli essenziali e solo per il periodo utile alle prenotazioni. I dati trafugati, dunque, sarebbero molti meno di quelli indicati dai media ed in generale l’allarmismo sarebbe stato spropositato rispetto alla reale portata del rischio. Il gruppo ha inoltre ribadito l’alta sicurezza con cui lavora il team ed ha fornito un numero di telefono per l’assistenza in caso di problemi.