Che piaccia o no, le emoji sono ormai entrate a far parte del nostro modo di comunicare: molto più di semplici faccine inserite nelle chat per veicolare messaggi non scritti, sono arrivate a costituire un vero e proprio linguaggio. L’Oxford Dictionary ne ha eletta una come parola dell’anno 2015, l’industria cinematografica ha dedicato loro un lungometraggio e c’è addirittura chi ne sperimenta l’utilizzo in ambito medico.
L’iniziativa messa in campo da tre artisti (Marina Zurkow, Viniyata Pany e Richard Lapham) è altrettanto degna di nota: si chiama Climoji ed è un progetto che punta a sfruttare il potenziale comunicativo delle emoji per sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema dei cambiamenti climatici. Si tratta essenzialmente di una serie di immagini che hanno il compito di illustrare in pochi pixel alcuni aspetti del problema: il surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci, i rischi per la biodiversità, la deforestazione, lo smog, la cattiva gestione dei rifiuti, lo spreco del cibo e molto altro ancora.
I responsabili del progetto hanno messo a disposizione un’applicazione mobile, in download gratuito per Android e iOS, così da poter utilizzare le Climoji come sticker all’interno delle conversazioni. È inoltre offerto un archivio ZIP che include tutte le immagini, da utilizzare liberamente per favorire la discussione sul tema, online e nel mondo reale.
Il design delle emoji in questione non sembra particolarmente curato, almeno non dal punto di vista grafico. L’idea risulta ad ogni modo interessante, poiché illustra come i nuovi strumenti legati all’universo virtuale, se impiegati nel modo giusto, possano costituire uno spunto di riflessione su problemi che concretamente riguardano tutti noi e il nostro futuro.