Come noto, la desideratissima estensione di dominio .cloud è stata conquistata dall’italiana Aruba (già titolare del dominio italiano cloud.it), che ora la potrà gestire a livello internazionale per le assegnazioni richieste. Il dominio potrebbe fare la voce grossa in un comparto in crescita quale quello del cloud computing, dove soprattutto attraverso il cloud storage sta già facendo passi da gigante tanto tra le aziende quanto tra i privati.
Ne abbiamo parlato con Stefano Sordi, Marketing manager di Aruba:
Tutti volevano il dominio .cloud: Amazon, Google, Symantec e altri ancora. Ma se li è aggiudicati Aruba. Anzitutto: perché?
Da sempre Aruba crede nel cloud ed in tutte le sue potenzialità, dal 2011 abbiamo iniziato ad imporci come player strategico sul mercato prima italiano e poi europeo, proponendo una serie di servizi dedicati che hanno subito trovato ampi riscontri tra i nostri utenti. Abbiamo nel corso di questi anni continuato a proporci in modo costante come partner globale per servizi di questa tipologia. La gara per l’acquisizione del dominio .cloud è stata affrontata allo stesso modo, con la consapevolezza di potercela fare. Abbiamo fatto richiesta all’ICANN, sapendo che avremmo dovuto affrontare una concorrenza agguerrita di grandi nomi come Amazon, Google, Symantec. Ma siamo riusciti a portare a casa un risultato molto ambizioso, grazie anche alla determinazione di perseguire una strategia che vede sempre più il cloud come asset fondamentale di Internet.
Avevate fatto richiesta di altre estensioni?
No, è l’unico dominio che abbiamo chiesto perché crediamo nel cloud come sinonimo di web. Siamo l’unica società italiana che ha corso per un dominio pubblico e delle migliaia di “application” di questa tornata di registrazione di nuovi TLD, poche erano state presentate da aziende italiane e queste erano per lo più difensive, ossia atte a tutelare i propri marchi. Il nostro obiettivo era invece quello di garantire uno sviluppo ulteriore delle opportunità offerte da Internet.
Chi farà uso e richiesta del dominio? Da chi è costituito, insomma, il mercato del nuovo dominio .cloud?
Il dominio .cloud sarà disponibile a chiunque ne faccia richiesta, aspetto fondamentale della nostra vision che vede il .cloud come un identificativo generico appropriato a qualsiasi tipo di sito web. È già possibile registrare la propria “wish list” sul nostro sito Cloud.it così da restare costantemente aggiornati sulla disponibilità effettiva del Dominio. Aruba sarà il Registro Ufficiale che gestirà direttamente le richieste di registrazione che perverranno da ogni parte del mondo da tutte quelle aziende intermediare, dette Registrar, che si accrediteranno per offrire il dominio .cloud ai propri utenti.
Quali sono i prossimi passi del Registro per i .cloud? Per quando è previsto l’inizio della vendita dei domini? Quando saranno disponibili le regole ed i principi che regoleranno l’attività del Registro?
I prossimi passi da compiere saranno quelli classici che seguono l’aggiudicazione di un dominio TLD. Costituiremo il Registry dei domini, che opererà come Registro unico ed ufficiale del .cloud aperto a tutti i Registrar. In ogni caso opereremo in maniera aperta, verso le aziende come verso i privati concedendo il cosiddetto sunrise period, un periodo di prelazione di un paio di mesi per i marchi registrati, in modo tale da garantire la proprietà intellettuale. Dopo di che ci sarà il Go Live per la General Availability aperta a tutti.
Il dominio .cloud può essere un volano anche per le offerte cloud di Aruba, già da tempo impegnata nel settore (peraltro anche in possesso del dominio cloud.it?
Nei primi giorni successivi alla notizia abbiamo già registrato un boom di interesse per i nostri servizi in Italia quanto all’estero e questo dato ha confermato la doppia valenza strategica dell’aggiudicazione. In sostanza, oltre al fatto di diventare Registro Ufficiale, abbiamo colto l’occasione per accreditarci ancora maggiormente con il mondo delle imprese, che già ci conosce per i nostri servizi a loro dedicati: da quelli IaaS e di Back-up alla gestione delle carte sanitarie. Siamo una realtà con le spalle larghe e la responsabilità del registro unico del .cloud è un elemento in più per qualificarci ancora maggiormente anche nella fascia enterprise.
Il presente e il futuro del cloud in Italia: quanto sta investendo il nostro paese nel cloud?
Il nostro paese sta investendo tanto nel cloud: le stime di SIRMI mostrano come il mercato dei servizi cloud per le aziende nel 2013 abbia raggiunto un valore complessivo di quasi 800 milioni di euro. Anche noi abbiamo sostenuto ingenti investimenti infrastrutturali di data center perché siamo convinti che su quest’area si gioca il nostro futuro. Il Cloud di Aruba è stato creato con lo scopo di fornire una gamma completa di servizi per rispondere alle esigenze delle aziende, qualunque sia il loro progetto. Di fatto noi ci caratterizziamo come una web company che opera su temi quali hosting e cloud, e abbiamo ragionato in prospettiva su quello che diventerà Internet da qui a massimo dieci anni. La risposta è che sarà sempre più l’infrastruttura su cui viaggeranno servizi basati su cloud, per cui essere il punto di riferimento ufficiale di un dominio come il .cloud è qualcosa di estremamente importante.