Il cloud computing è oggi un argomento tanto noto nelle sue linee generali, quanto “nebuloso” nella sua comprensione effettiva presso gli addetti ai lavori. In generale nei confronti di questa nuova frontiera v’è tanta curiosità quanta diffidenza legata ai timori per l’approdo ad una dimensione nuova della quale ancora non si conoscono esattamente costi e benefici. Una ricerca NextValue (“Cloud Computing Report 2011“, realizzata con Cionet, in partnership con Telecom Italia, Google, EMC e Wmvare) consente però di approfondire la questione e, grazie ad un sondaggio condotto presso i top CIO di 300 aziende italiane e 200 aziende europee, permette di tracciare le linee generali del fenomeno in un anno fondamentale per il settore quale dovrebbe essere il 2011.
«Dalla ricerca risulta anzitutto che l’adozione del Cloud Computing in Italia è in linea con quella degli altri paesi europei». Alle porte di una rivoluzione, spiega NextValue, il nostro paese è pertanto sostanzialmente allineato alle altre realtà europee: «non siamo un mercato arretrato, come qualcuno potrebbe pensare, perché ben il 61% dei CIO italiani afferma infatti di aver già adottato o di avere intenzione di adottare nei prossimi 12 mesi progetti di Cloud Computing».
Quel che più sembra essere interessante è la motivazione che spinge all’adozione del nuovo sistema. L’analisi sembra infatti smontare il mito per cui sia il risparmio consentito a premere più di ogni altro elemento all’investimento in una nuova infrastruttura, mettendo invece ai primi posti la necessità di creare una infrastruttura agile, la volontà di rispondere rapidamente alle richieste del business e sull’ultimo gradino del podio la riduzione dei costi IT legati a hardware, software e personale.
Il percorso delle aziende verso il cloud incontra però ancora ostacoli difficili da affrontare. Spiega ancora NextValue:
Oltre il 64% dei CIO indica la sicurezza e la privacy come fattori inibitori l’adozione di Cloud Computing in azienda. Si tratta di un dato comunque abbastanza naturale trattandosi di risposte ottenute dai principali responsabili dei sistemi informativi aziendali, i quali si trovano a dover valutare attentamente il servizio offerto da un fornitore esterno, che in questo momento non offre né SLA dettagliati né le necessarie clausole di sicurezza e privacy
L’integrazione delle applicazioni IT interne con i servizi esterni è la seconda fonte di dubbio, accompagnata dai timori per la mancanza di una cultura aziendale in grado di comprendere appieno le dinamiche introdotte:
L’indagine NextValue fotografa un settore in fermento, tracciato su dinamiche di forte cambiamento nel quale tutti gli attori sembrano guardarsi attorno alla ricerca del miglior partner e della miglior soluzione. In linea generale a livello europeo «si registra maggiore “entusiasmo” per la versione di “Cloud Privata”», ma in linea generale i CIO intervistati sembrano sommariamente recettivi e pronti ad esplorare nuove opportunità.
La ricerca NextValue sarà presentata nella sua completezza il 7 aprile presso l’Unione del Commercio a Milano. Per partecipare all’evento è richiesta la registrazione.