Cosa potrebbe succede se Siri improvvisamente smettesse di parlare? La risposta la si è avuta ieri sera, quando gli ormai assuefatti utenti statunitensi di iPhone 4S hanno preso d’assalto il Web lamentando il malfunzionamento dell’assistente virtuale di Apple. Il motivo è molto semplice: per qualche ragione i server cloud della Mela, il vero e proprio cervello di Siri, sono risultati irraggiungibili rendendo inutile la feature più chiacchierata del momento.
Il disagio è durato poco più di due ore, anche se qualche piccolo intoppo pare si sia verificato durante l’intera notte e potrebbe proseguire anche tutt’ora. A quanto sembra, alcune connessioni con importanti provider hanno iniziato a vacillare nel tardo pomeriggio di ieri, generando dei veri e propri grattacapi fra l’utenza a stelle e strisce. Oltre a Siri, infatti, anche Twitter ha presentato un funzionamento altalenante.
La disfunzione ha coinvolto solo in modo marginale gli Apple user europei, perché la questione si è quasi completamente svolta all’interno dei confini della rete degli operatori nordamericani. Fatto sta, tuttavia, che a qualsiasi richiesta Siri si è rifiutata di dare risposta, giustificandosi gentilmente con i propri padroni consigliandoli di riprovare più tardi:
«C’è qualcosa che non funziona e non posso rispondere alle tue domande ora. Per favore, prova fra qualche istante».
Di certo non si tratta di un servizio essenziale per i clienti Apple, quindi la pausa dalla logorrea solita di Siri non sembra aver causato fastidi di grande entità. Tuttavia la situazione mette in evidenza un fattore non di poco conto: i servizi cloud, per loro natura, non sono mai completamente affidabili. I fattori intervenienti di volta in volta potrebbero essere tantissimi, dalla connettività scadente alla caduta di energia alla server farm, e all’utente non resta che tornare alla vecchia e cara digitazione che, per quanto poco di moda dallo scorso ottobre, si rivela spesso più efficace e risolutiva.