Cloud, il mercato cresce, adesso si fa sul serio

Il mercato del Cloud in Italia cresce molto forte. Le aziende sembrano aver messo da parte l'iniziale diffidenza. Adesso si può fare sul serio
Cloud, il mercato cresce, adesso si fa sul serio
Il mercato del Cloud in Italia cresce molto forte. Le aziende sembrano aver messo da parte l'iniziale diffidenza. Adesso si può fare sul serio

L’uso delle soluzioni Cloud in ambito aziendale cresce costantemente segno che le aziende sembrano aver superato o quasi le diffidenze verso questo nuovo tipo di tecnologia. Nei primi anni, l’uso delle soluzioni cloud, inteso sopratutto come Public Cloud, era visto come una moda passeggera e le aziende lo guardavano con sospetto e distacco. Oggi le cose sembrano essere molto diverse. Secondo una fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service la spesa in servizi Public Cloud è aumentata del 40% rispetto all’anno scorso, raggiungendo quota 320 milioni di euro.

Numeri che dimostrano che anche in Italia il consenso sull’utilizzo delle tecnologia Cloud è decisamente aumentato e che tale tecnologia possa rappresentare il fulcro per il cambiamento per il Sistema Informativo Aziendale. In precedenza, molti di quegli elementi che erano visto come un freno, oggi viceversa sono considerati come una preziosa opportunità. Per esempio infrastrutture latenti, vincoli e oneri normativi, perdita di controllo, scarsa personalizzazione, ampiezza funzionale, sicurezza e performance. Le aziende sembrano inoltre aver apprezzato alcuni dei benefici che porta l’utilizzo delle infrastrutture Cloud. Per esempio, la semplificazione per la Direzione ICT e la possibilità di portare innovazione al business in tempi molto rapidi.

La ricerca, voluta dalla School of Management del Politecnico di Milano, sottolinea che il passaggio a un modello di infrastruttura Cloud rappresenta spesso un aumento del valore apportato ai processi aziendali, che vengono arricchiti con nuove funzionalità e servizi (31%), mentre 63% dei casi ci si ritrova in uno scenario guidato dalla sostituzione tecnologica e solo nel 6% dei casi si assiste a una limitazione del supporto ai processi. Inoltre la tendenza vede spostare molte delle App utilizzate in ambito lavorativo dal tradizionale approccio on premise al Cloud.

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Tra gli ambiti applicativi dove già oggi è stato abbracciato un modello Cloud vi sono: Social & Web Analytics (32%), Human Resources (26%), Posta elettronica & Office Automation (23%), Enterprise Social Collaboration/Intranet (15%), Document Management (13%), ma anche eCommerce (15%), Soluzioni verticali per il business (11%) e CRM & Sales (8%). L’adozione in Italia di servizi Public Cloud ha avuto nell’ultimo anno una forte accelerazione, sebbene con velocità diverse a seconda degli ambiti applicativi. Tra gli ambiti che hanno ricevuto i maggiori finanziamenti il Document Management, Finance & Accounting e CRM & Sales.

Oggi, per i CIO (chief information officer), cioè i manager responsabile della funzione aziendale information & communication technology, non ci sono più dubbi sull’utilizzo delle soluzioni cloud, le uniche perplessità riguardano come adottarle, con quali modalità e con quale percorso. La Ricerca evidenzia che i fronti di ragionamento sono due: da un lato, capire come comporre il proprio Sistema Informativo, complementando e integrando parti on premise con parti Cloud e dall’altro comprendere come dovranno evolvere le competenze interne alla Direzione ICT e le modalità con cui quest’ultima deve rapportarsi e interagire con le Line of Business.

Con l’avvento del Cloud, l’intera filiera del mercato ICT è stata messa in profonda discussione e deve ritrovare nuovi ruoli e nuove forme di differenziazione. Con la filiera del Cloud in profondo cambiamento è importante che la relazione cliente-fornitore sia facilitata da condizioni contrattuali chiare e trasparenti. Dalla ricerca emerge invece che i contenuti contrattuali sembrano non influenzare la scelta di acquisire o meno un servizio Cloud. Il 44% del campione dichiara di non aver analizzato i contratti prima di implementare la nuova tecnologia.

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Il 39% dei rispondenti ha riscontrato una criticità nella lunghezza e complessità di tali contratti, che risultano quindi poco trasparenti e di difficile comprensione e consultazione. Questi risultati evidenziano come vi sia un alto numero di PMI che non pone grande importanza alle clausole contrattuali nella fase di scelta e stipula di un contratto Cloud. Inoltre, dall’indagine emerge che, mentre alcune informazioni come i dettagli sul fornitore, l’utilizzo di subfornitori, il trattamento e la riservatezza dei dati personali, le norme circa l’esclusione e la limitazione di responsabilità del fornitore (98% dei casi) sono sempre presenti, vi sono aspetti poco reperibili come quelli relativi alla localizzazione geografica dei Data Center (32%), ai livelli di servizio (SLA) e all’entità delle penali in caso di disservizio (44%).

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