Cloverfield: va in scena il viral marketing

Cloverfield: va in scena il viral marketing

Il modo migliore per parlare di viral marketing è osservare case history ed esempi concreti. E se lo vogliamo vedere applicato al cinema, Cloverfield fa proprio al caso nostro.

Il film (in uscita il 18 Gennaio negli Stati Uniti, il 1 Febbraio in Italia) è anticipato da una campagna virale molto intensa e stuzzicante. Il creatore è JJ Abrams, padre di Alias e Lost, due serial in cui il mistero è palpabile in ogni istante.

Ma torniamo a Cloverfield. Già il trailer stimola domande e interrogativi: date un’occhiata al video qui sotto.

[youtube]vs1oPyJpIVw]

Il non visto stimola molto di più di quanto si riesce a vedere: e questa è una prima regola da tenere ben presente. C’è un mostro ma non si capisce se esiste davvero, cos’è, chi sia. Son bastati però questi pochi minuti di immagini per far partire una tam tam planetario tra voci, smentite, opinioni e risposte. Tutti cercano di capire, tutti lanciano la propria interpretazione: la bomba virale è innescata.

Cloverfield però non si ferma qui. Alcune settimane fa vengono distribuiti in Rete altri video correlati, eccone uno in versione italiana:

[youtube]hNVHqf1qqEk]

Una piattaforma petrolifera che affonda nell’Oceano: una notizia data in perfetto e credibile stile giornalistico. Ma chi ha mai sentito nominare questa società, la Tagruato? Una ricerca su Google ed ecco il risultato: sembra essere una società giapponese vera a tutti gli effetti. Ma se controllate meglio i risultati, scoprite subito che è collegata a Cloverfield.

Crea finzioni che sembrano reali in tutto per tutto: un altro appunto da segnare sul nostro taccuino virale.

Cloverfield, Tagruato,.. ma la catena di connessioni non finisce qui: c’è un altro nome altrettanto misterioso, Slusho. Una bevanda che compare – senza senso (apparente) – in tutte le produzioni di JJ Abrams: perchè? Guardate lo spot.

[youtube]zU-Aa_nXV0U[/youtube]

Ovviamente noi non abbiamo le risposte: e l’incapacità di dare un senso al tutto è l’ultimo consiglio che possiamo trarre da questa interessante campagna viral.

Non ci resta che aspettare al cinema, che ne dite? La campagna virale ha fatto il suo effetto?

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