I primi esperimenti con Enel negli anni passati, un’enciclica “Laudato sì” che è tutto fuorché ambigua ed infine una dichiarazione di intenti ufficiale: il Vaticano intende essere il primo Stato al mondo a emissioni zero. Non c’è ipocrisia in questo progetto ed è chiaro a tutti come il Vaticano (date le dimensioni e la natura) è una nazione che non può essere confrontabile con alcuno stato nazionale. Tuttavia quanto illustrato prosegue linearmente una direttrice che è stato direttamente il Papa a tracciare.
Solo nei giorni scorsi una copia dell’enciclica “green” di Papa Francesco è stata donata a Donald Trump con un gesto estremamente simbolico. A distanza di pochi giorni l’enciclica torna al centro delle attenzioni proprio alla vigilia di quel G7 Ambiente nel quale si parlerà in modo esteso proprio di progetti per un mondo più sostenibile. L’economia circolare che sarà alla base del consesso di Bologna ha avuto un antipasto in Vaticano in occasione del “CO2 Freeforum / Laudato sì, la sostenibilità tra comunicazione e innovazione” promosso da Opel in collaborazione con il gruppo Enel e rientrante nel calendario del Festival dello Sviluppo Sostenibile edizione 2017.
Il ministro dell’Ambiente Galletti ha ricordato come il G7 Ambiente sia destinato a partire «dai concetti di ecologia integrale e debito ambientale che papa Francesco ci ricorda nell’Enciclica. Non parleremo solo di economia, tecnologia e innovazione ma anche della relazione tra degrado umano e degrado ambientale». Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, nelle ore scorse aveva peraltro accompagnato tali principi con un appello al pragmatismo, alla necessità di unire le dichiarazioni di intenti a fermi e immediati passi avanti attraverso protocolli di decarbonizzazione che pongano obiettivi e strategie di medio periodo come necessario compromesso tra le necessità immediate e le prospettive di lungo termine. Perché l’energia, mai come ora, rappresenta più la soluzione che non il problema.
A Roma è invece la sindaca Virginia Raggi a sposare l’Enciclica spiegando che «non si può non essere d’accordo con tutti i temi dell’Enciclica. Davvero siamo tutti sulla stessa barca, tutti chiamati a curare il Creato» (le tematiche ambientali sono peraltro state a lungo al centro dello stesso movimento che rappresenta in Campidoglio).
Interessante il concetto indicato invece da Dario Viganò, capo della Segreteria Vaticana per la Comunicazione. Secondo Viganò, infatti, il papa avrebbe fatto spesso riferimento ad una figura geometrica specifica per tracciare in termini visivi un concetto fondamentale per la piena comprensione reciproca e la piena collaborazione internazionale:
Anche sul tema ambientale è possibile una convergenza che non sia solo un pensiero monolitico e omogeneo. Il Pontefice ha parlato del poliedro e non della sfera: in un dialogo sincero e trasparente è bene che ciascuno mantenga una propria identità.
Vaticano a emissioni zero
A partire dalle strategie per l’eliminazione progressiva delle antenne radio che molto hanno fatto discutere in passato, passando per la generazione di energia alternativa, fino a temi quali la generazione in digitale della rassegna stampa, la riduzione degli archivi cartacei e l’uso del grigio nella scelta dell’arredamento (in virtù di un oggettivo vantaggio in termini di necessità in termini di illuminotecnica): la strategia del Vaticano è messa nero su bianco ed è in itinere ormai da tempo.
Ernesto Ciorra, direttore Sostenibilità e Innovazione di Enel, ha spiegato come l’obiettivo sia «un futuro energetico composto, entro il 2050, per il 100% da sole energie rinnovabili, senza carbone». Una ferma linea tracciata nelle proiezioni per il futuro, insomma, e una visione pluridecennale che dovrà traghettare l’Italia (e il Vaticano) verso un mondo in grado di sostenersi grazie alla semplice generazione di energia alternativa. I problemi tecnici ancora da affrontare sono molti, ma i principi dell’economia circolare possono rappresentare la giusta leva per innescare le necessarie dinamiche virtuose.