Quello che nei mesi scorsi era stato annunciato come un semplice accordo commerciale che sarebbe potuto sfociare in un aiuto concreto ad approdare in nuovi mercati assume ora un nuovo significato. Nei giorni scorsi, infatti, Spotify è riuscito a raccogliere una nuova importante cifra grazie ai finanziamenti messi a disposizione da diversi gruppi di investitori, tra i quali figura anche Coca Cola, già partner da diversi mesi della società operante nel mondo dello streaming musicale ed ora nuovo alleato di quest’ultimo.
Già da tempo, infatti, i rapporti tra i due gruppi erano divenuti sempre più stretti, fino a giungere ad un accordo che consentirà a Spotify di avere a disposizione all’incirca 10 milioni di dollari grazie agli investimenti di Coca Cola. Tale somma rappresenta tuttavia il 10% dell’intera cifra raccolta dall’azienda, ovvero 100 milioni di dollari: di questi, il 50% proviene da Goldman Sachs, il 15% da Fidelity, mentre il restante 25% è il frutto di nuove concessioni da parte di investitori di vecchia data che intendono mostrare nuovamente fiducia nel progetto.
Goldman Sachs detiene quindi tra le proprie mani la fetta maggiore di Spotify, ovvero circa l’1,66% dell’intero valore della società. Coca Cola, invece, detiene soltanto lo 0,33% ma questo primo investimento non ne esclude altri in futuro che potranno così permettere al gruppo di incrementare la propria percentuale e di giocare un ruolo nuovo nelle scelte societarie del servizio di streaming musicale non ancora disponibile in Italia.
Grazie a questo nuovo round di investimenti, poi, Spotify raggiunge una valutazione complessiva prossima ai 3 miliardi di dollari, confermandosi una delle principali realtà esistenti nel campo della distribuzione di contenuti musicali via Web in streaming. Nonostante ciò, come sottolineato anche dal New York Times, il gruppo non è riuscito ancora a portare in attivo i propri bilanci, con perdite nette pari a 57 milioni di dollari nel corso dell’ultimo anno. Tali investimenti rappresentano quindi la spina dorsale dell’economia di Spotify e consentono alla società di puntare a nuovi mercati per espandere la propria presenza a livello internazionale.