In una recente intervista per AdvertisingAge, una manager del marketing di Coca-Cola, Yolanda White, racconta come la sua azienda abbia costituito un gruppo di ricerca dedicato alla popolazione afro-americana fin dal 2006, per mettere a punto un “approccio più olistico” a quel grande segmento di consumatori nel mercato statunitense.
Perché questo interesse? Se non altro, perché i giovani teenager afro-americani sono formidabili trendsetter (cioè iniziatori o propagatori di trend). L’elezione di Obama, poi, fa sì che gli afro-americani si sentano “più inseriti” nella società americana: questo aspetto (e con esso, forse, l’euforia del mondo afro-americano per l’elezione di Obama) è ripreso e comunicato da un visual in cui cinque bottiglie di Coca-Cola vengono alzate verso l’alto, come in un brindisi, da due mani di pelle nera in primo piano e da tre mani di pelle bianca in secondo piano.
La recente campagna cross-mediale “Open Happiness” prova a mettere a sintesi tutti questi aspetti: c’è il video “Do you speak Coke?”, che ammicca ai teenager afro-americani; c’è la sponsorizzazione dell’evento “Bet Awards 2009”, dove la sigla B.E.T. sta per “Black Entertainment Television”. C’è, inoltre, il sito dedicato alla “Happiness Factory”, che merita uno sguardo a parte.