Vedere il movimento, umano e passionale, che certe manifestazioni come il Codemotion riescono a generare fa sempre un gran bene. Si, perché quando migliaia di ragazzi, su per giù duemila, si radunano per ascoltare, confrontarsi, crescere su temi notoriamente difficili come quelli della tecnologia e dello sviluppo di codice, allora vuol dire che le basi per l’economia digitale del nostro paese ci sono, forse il collante manca altrove, non di certo in basso.
L’appuntamento per Codemotion 2018 a Milano è più una festa che una convention tecnica. Un po’ come quando, a fine anno, ci si ritrova tra vecchi amici del liceo a mangiare una pizza. Questo è l’effetto che si ha quando sale sul palco uno come John Romero, osannato creatore di Doom sempre pronto a discutere del suo lavoro e di come il primo sparatutto in prima persona lo abbia reso così celebre tra gli appassionati.
Programmare è un’arte creativa, basata sulla logica. Ogni sviluppatore è differente dall’altro e, per questo, realizza progetti in maniera diversa. Il risultato è ciò che conta, non il processo – ha detto durante il suo keynote – il segreto per avere successo? Provare a mettere assieme del codice in maniera trasparente. Tieni in mente i tuoi obiettivi e segui attentamente la strada maestra, per risolvere i problemi e ottenere feedback funzionali. Non cercate di imitare gli altri, così si snatura l’iniziativa e, nel caso di intoppi, si blocca tutto. So che può essere noioso ma gran parte dell’attività di uno sviluppatore è la ricerca dei bug. Se non correggo ciò che trovo subito, allora il mio lavoro si baserà su un codice debole e dunque instabile. Date seguito a tutto nel più breve tempo possibile, cercando la perfezione delle stringhe. Un grande aiuto può arrivare dagli strumenti odierni, conviene perdere del tempo a impararli perché poi si viene sempre ripagati.
the number one… @romero
CONGRATULATIONS ??? pic.twitter.com/DPfzFjFwlE— CodemotionWorld (@CodemotionWorld) 29 novembre 2018
Altro speech di interessa è quello di Arianna Aondio, tech evangelist che ha parlato del futuro delle AI domestiche, in particolare di Amazon Alexa. Arianna è una fautrice dell’assistente vocale giunta da pochi mesi in Italia, tanto da volerne incentivare la diffusione tramite lo sviluppo di skill di qualità. Lo fa, parlando alle aziende e spiegando come l’intelligenza artificiale possa migliorare il lavoro e il loro business. Durante gli anni vissuti in Norvegia, ha ricoperto il ruolo di Field Engineer e di Tech Evangelist per una grande azienda di content delivery software.
Lo sviluppo per piattaforme di assistenza vocale, come Alexa, sono il futuro. C’è però da tenere bene in mente una cosa: quando si decide di creare qualcosa per le AI bisogna partire dalle persone. Questi algoritmi devono dare un senso agli utenti, migliorare le loro esperienze e farlo nel modo più naturale possibile. La tecnologia vocale evolverà e sarà soprattutto grazie a developer che ci lavoreranno. A differenza del codice classico qui le cose si fanno più difficili perché si deve immaginare qualcosa che funzioni solo per le orecchie e non per gli occhi. Noi vediamo le stringhe, gli altri no. Anche in tal caso, analizzare i feedback può essere molto utile per affinare i progetti e renderli più vicini alle necessità della gente.
Arianna Aondio on embracing voice-enabled environments with #Amazon #Alexa and where things are headed #accessibility #a11y @accessibilityoz pic.twitter.com/1ujANUm061
— AccessibilityOz (@accessibilityoz) November 29, 2018
La Community Area di Codemotion ha ospitato oltre 30 community già parte dei canali dell’organizzazione, in uno spazio speciale in cui entrare a contatto con il pubblico di settore. Tra questi, developers, architects, designers e startuppers, per una ghiotta occasione di networking mirato e verticale. Ma Codemotion è stato, ancora una volta, un collante tra richiesta e offerta di lavoro grazie alle partnership con Microsoft, Salesforce, Cisco, Google, Amazon, IBM, A2A e Bending Spoons.