In principio era il Verbo, poi vennero i bit. È da poco terminato il delicato lavoro di digitalizzazione del Codex Sinaiticus, una antica versione della Bibbia risalente a circa 1600 anni fa. Secondo alcuni studiosi, il prezioso documento sarebbe la più antica Bibbia cristiana fino a ora conosciuta. Un motivo valido e più che sufficiente per metterla a disposizione dell’universo mondo attraverso i mille canali e rivoli della Rete.
Da poche ore, la preziosa Bibbia del quarto secolo può essere consultata liberamente online senza il terrore di rovinarne le pagine e le antiche iscrizioni. Il sito web CodexSinaiticus.org raccoglie tutte le pagine giunte fino ai giorni nostri e conservate per oltre 150 anni in quattro differenti angoli del globo. La realizzazione del progetto è stata infatti resa possibile dalla stretta collaborazione della British Library (Gran Bretagna), della National Library of Russia, del Monastero di Santa Caterina (Egitto) e della Libreria dell’Università di Lipsia (Germania). Le quattro istituzioni culturali hanno unito le loro forze per riunire in un unico luogo virtuale online accessibile finalmente a tutti la preziosa Bibbia.
Il Codex Sinaiticus contiene una intera versione del Nuovo Testamento e ampi stralci dell’Antico Testamento e altri scritti apocrifi. Il manoscritto è in greco onciale (maiuscolo) e secondo gli storici risale al periodo compreso tra il 330 e il 350, ma fu scoperto solamente intorno alla metà del XVIII secolo da Constantine Tischendorf nel Monastero di Santa Caterina nei pressi del Monte Sinai. Il prezioso documento subì poi anni travagliati nei quali i suoi fogli furono divisi raggiungendo la Gran Bretagna, la Russia e la Germania.
La versione da poco digitalizzata contiene complessivamente 800 pagine, alcune delle quali scoperte solamente nel 1975 e mai esposte in forma pubblica. Il nuovo sito web consente di visualizzare tutte le pagine e i frammenti originali del Codex Sinaiticus, conducendo gli utenti in un affascinante viaggio nel tempo verso le remote radici della cultura cristiana. Per ogni foglio il portale propone una trascrizione, sempre in greco, del manoscritto e una serie di traduzioni dei passaggi più significativi. Con il passare del tempo, le parti tradotte aumenteranno, ampliando ulteriormente le possibilità di consultazione.
Le pagine del manoscritto sono state scansionate nei quattro differenti luoghi di conservazione del documento per evitare il trasporto di un reperto così delicato. Gli esperti incaricati di digitalizzare il Codex Sinaiticus hanno effettuato numerose prove per identificare la giusta quantità di luce e la corretta inclinazione degli obiettivi per ottenere riproduzioni leggibili e vicine all’originale. Un lavoro certosino, realizzato foglio dopo foglio e in un certo senso paragonabile al lavoro svolto dai quattro scribi che produssero il prezioso manoscritto oltre 1600 anni or sono.
«Il libro apre una finestra sugli sviluppi iniziali della cristianità e offre una fonte di prima mano per comprendere come il testo della Bibbia sia stato trasmesso di generazione in generazione» ha dichiarato con soddisfazione Scot McKendrick, responsabile della sezione Western manuscripts della British Library.
Dopo un’esistenza a dir poco travagliata, il Codex Sinaiticus fa ora bella mostra di sé in una particolare teca virtuale sicura, affidabile e visibile 24 ore su 24 da tutto il mondo. Tramandato per secoli su pergamena e poi su carta, il contenuto dell’antica Bibbia è ora affidato alla Rete per conservarne ancora una volta memoria per le generazioni future.