Gli approfondimenti sul colloquio di lavoro, esame capace di generare, in maniera comune, tensioni e dubbi, si susseguono sul Web, e anche qui ci siamo spesso soffermati su questo interessante e dibattuto argomento.
Oggi voglio soffermarmi su di un aspetto sicuramente meritevole di attenzione: durante il colloquio, vale la pena dire qualche bugia, o preferite sempre e solo la sincerità?
Partiamo innanzitutto da una base: avete consegnato un CV, all’interno del quale “si presume” abbiate indicato le vostre caratteristiche professionali e caratteriali, le reali, e per questo siete stati convocati in azienda.
Ora, l’obiettivo è quello di ottenere il posto di lavoro. Perché questo avvenga, però, dovrete confermarvi competenti, brillanti, flessibili, determinati. Insomma, le solite cose.
Da una parte, sicuramente l’onestà può pagare. Dichiararsi precisi e puntuali, quando magari l’indole è di marca prettamente creativa e “giocosa” (nel senso professionale del termine), potrebbe portarvi sì ad ottenere il lavoro, ma un lavoro che probabilmente non vi piacerà, non amerete.
Dall’altra, se davvero volete quel posto di lavoro, vale la pena dichiararvi per quello che siete, testardi, magari anche un po’ sbadati, e quant’altro?
E allora, diciamocelo, dipende dai casi, dalle situazioni. E voi, in base alla vostra esperienza professionale, cosa scegliete: onesti fino in fondo o un po’ bugiardi?