Può una tariffa mensile di connessione ad internet del costo di 149 dollari essere definita “competitiva”? Si se la velocità garantita è di 50 Mbps in download e 5 Mbps in upload. Si tratta del frutto del nuovo cavo “extreme high speed” di Comcast disponibile da domani solo nella zona di Minneapolis/ST.Paul e in grado di scaricare un film in 10 minuti invece che in 40 come avviene oggi.
Fino ad ora la velocità più alta cui un consumatore statunitense poteva aspirare erano i 16Mbit sempre di Comcast o gli 8 Mbps in download e 2 in upload forniti da Verizon sul network FiOS, una connessione che sul mercato costa 53 dollari al mese (prezzo giudicato dal portavoce di Comcast, Charlie Douglas, «approssimativamente il medesimo» delle nuove tariffe superveloci del suo gruppo). L’azienda, recentemente al centro di polemiche per il mancato rispetto della Net Neutrality, afferma dunque che con l’annuncio di oggi è ufficiale il passaggio dalla broadband alla wideband. Un nuovo ordine di idee che, sempre stando a Comcast, dovrebbe portarci in una nuova era di velocità e innovazione per la rete e i consumatori digitali di oggi, «Le connessioni Wideband sono il futuro. E stanno arrivando velocemente!». Sembra un claim pubblicitario.
Comcast conta di poter fornire la sua rete denominata DOCSIS 3.0 (Data Over Cable Service Interface Specifications) al 20% dei suoi clienti entro la fine del 2008 ed entro la fine del 2010 dovrebbero essere in grado di servire tutto il territorio nazionale. Ma di certo per quell’anno 50 Mbps non sarà più la velocità massima raggiungibile: i 100 Mbps sono infatti dietro l’angolo e pronti per diventare offerta nei prossimi anni. La rete DOCSIS 3.0 infatti ha una capacità massima di 160 Mbps, dunque esiste ancora del margine di crescita.
Eppure il titolo Comcast non se la passa bene: lo stipendio di uno dei dirigenti più importanti e cofondatore Brian Robertson è calato del 20% nell’ultimo anno e altri dirigenti di alto livello lo hanno seguito. Le azioni della compagnia sono infatti tra quelle che si comportate peggio nell’ultimo anno.