So cosa state pensando: internet è pieno di post come questo, quindi perché dovremmo leggere di nuovo le solite tecniche per aumentare i followers?
Ovviamente, perché queste funzionano: le ho personalmente applicate e testate, e ormai le conosco come la Bibbia.
Non perdiamo tempo.
Per la serie ‘le parole sono importanti’, innanzitutto vi consiglio di tenere ben presente il significato della parola followers: seguaci, coloro che vi seguono, quelli che vogliono farsi gli affari vostri e vogliono vedere cosa state dicendo o facendo, quelli che hanno voglia di essere informati da voi (ma anche su di voi).
I followers sono il vostro pubblico, e voi in qualche modo siete in cattedra, siete su un palco, siete davanti a una telecamera: la gente vi sta guardando, ricordatelo sempre. Quelli non vi seguono per modo di dire, ma vi seguono sul serio: se scriverete qualcosa di interessante, lo apprezzeranno; se scriverete qualcosa di noioso, si annoieranno; se scriverete qualcosa che li farà incazzare, si incazzeranno.
E l’ultima è particolarmente vera.
Detto ciò, parliamo della tecnica basilare per aumentare i followers, che molti danno per scontata: ricambiare il follow, o Followback.
Nel mio caso, il Followback funziona piuttosto bene: io sono il CEO dell’universo, il Padre di ogni forma di vita, devo diffondere il Verbo ed essere disponibile con tutte le creature (anche quelle che vorrei fulminare), e per questo motivo ricambio il follow a tutti.
Ma a cosa serve esattamente il Followback? La cosa è un po’ autoreferenziale, perché ricambiare il follow serve a far sapere a tutti che il tuo account ricambia il follow.
Se l’obiettivo è la quantità di followers, il Followback può essere un valido aiuto: seguire 10, 20 o 50 utenti che praticano il Followback significa avere 10, 20 o 50 followers sicuri, e dire apertamente nella Bio “seguimi e ti seguo” attirerà utenti e porterà nuovi followers.
L’efficacia del Followback, però, non sta tanto nella tecnica, che è davvero semplice e banale, bensì nella sensibilità e nella coerenza di chi lo usa: per esempio, da Dio ci si aspetta esattamente che segua tutti i suoi figli. Se non lo facessi, risulterei piuttosto chiuso e spocchioso.
Il Followback va dosato con attenzione. Altre persone con altri nomi e altri ruoli, infatti, usandolo potrebbero fare una cattiva impressione, rischiando di apparire interessati solo alla quantità di followers, e non alla qualità.
Seguire tutti indistintamente, in effetti, vuol dire non seguire nessuno, non tenere a nessuno in particolare, e la gente questo lo noterà, alcuni (o forse molti) si offenderanno e presto smetteranno di seguirvi.
Il regolamento di Twitter, inoltre, limita l’eccesso di Followback: il sistema permette di ricambiare circa 1000 follow al giorno, dopodiché scatta un blocco temporaneo e per 24 ore non è possibile seguire nessun’altro.
A questo punto la domanda è: a parte Dio, a chi conviene ricambiare sempre il follow?
Risposta: a tutti coloro che hanno bisogno di una massa indistinta di followers, che non hanno bisogno di ritagliarsi una cerchia ben determinata, e soprattutto che non devono temere conseguenze in termini di stile. Se quello che vi interessa è accumulare seguaci senza tanti fronzoli né preoccupazioni per la reputation, il Followback è quello che fa per voi.
Se non sapete decidervi, fate una prova, ricambiate i follow per qualche giorno, fate attenzione alle reazioni e regolatevi di conseguenza.
Il limite del Followback, tuttavia, è evidente: se hai la possibilità di ricambiare il follow, vuol dire che la gente ti segue, che hai già un certo numero di followers.
Ricambiare il follow è utile a trovare nuovi followers in aggiunta ai primi arrivati, è un buon meccanismo per mantenere più o meno costante la crescita di followers, ma cosa si può fare per ottenere la prima ondata di followers?
Ve lo dico nei prossimi post.
vedi la Parte 2 (il limite dei 2000 following)
vedi la Parte 3 (la cura del profilo)
vedi la Parte 4 (errori da evitare)
vedi la Parte 5 (i consigli finali)