Si sente spesso dire che i cellulari hanno cambiato e stanno cambiando la nostra società, e di esempi sotto gli occhi ne abbiamo tutti. Ma possiamo dire di avere la stessa consapevolezza per quanto riguarda i paesi emergenti? In che modo le tecnologie legate alla mobilità hanno saputo migliorare le condizioni di vita di tutte quelle persone le cui condizioni quotidiane sono ben distanti da quello a cui siamo abituati noi “occidentali”?
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Grazie a questa analisi tratta da MobileActive, emergono alcuni ambiti d’utilizzo davvero interessanti, in cui gli SMS sono i mezzi più utilizzati:
- SMS per avvisare le popolazioni locali di disastri e calamità naturali che li stanno per colpire;
- SMS come mezzo di informazione su alcune malattie come HIV e cancro, veri e propri flagelli per molte popolazioni, per le quali la disinformazione è la principale causa di diffusione;
- SMS usati per comunicare alla popolazioni bisognose la disponibilità di derrate alimentari da distribuire;
- Ricevere via SMS informazioni sui prodotti in vendita nei mercati (link articolo) o sui prezzi medi delle derrate alimentari, in modo da concludere la vendita di queste ultime a prezzi non di sfruttamento.
Ma non solo gli SMS:
- Usare il telefono per lanciare SOS in caso di discriminazioni e violenze in quelle zone al centro di grandi movimenti pendolari, dove il controllo della polizia o di altri corpi è carente;
- Impiegare gli MMS per riportare in tempo reale i voti espressi durante le elezioni per evitare risultati camuffati;
- Creare canali alternativi di diffusione dell’informazione in quei paesi dove non c’è la libertà di stampa e Internet è pesantemente censurata;
- Favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in tutte quelle aree, densamente popolate, come già fa Babajob.
Non sono occorsi sofisticati e complessi smartphone per favorire i cambiamenti fin qui citati, ma delle semplici tecnologie di base, a basso costo, semplici da usare dato che non richiedono lunghi tempi di apprendimento o complesse configurazioni. Un’evidenza questa, che dovrebbe farci riflettere su quanto quello che il mercato ci propone oggi risponda a vere esigenze oppure sia prevalentemente frutto di bisogni indotti.