Confessiamolo: Facebook è il più grande social network, popolato come un continente alternativo alle mappe geografiche, e per il momento è difficile immaginare di farne a meno. Però non è più trendy come un tempo. Sarà la quotazione in Borsa, sarà la noia che sta colpendo gli adulti, ma sembra proprio che il matrimonio tra Big F e i suoi più fedeli utenti stia vivendo la classica crisi del settimo anno. Perciò, per evitare un divorzio traumatico, meglio imparare a non esserne dipendenti, a recuperare gradualmente la propria autonomia. Ecco qualche suggerimento.
Obiettivi. Per iniziare la cura contro la Facebook dipendenza, bisogna chiarire a sé stessi che il tempo è prezioso. La quantità di tempo che perdiamo sul social è impressionante, spesso senza alcun obiettivo particolare. Per questo è importante porsi degli obiettivi, esattamente come è diverso accendere la televisione per guardare un programma oppure per fare zapping. Meno zapping sui feed – che peraltro si possono personalizzare, per far sì che si leggano soltanto le cose davvero rilevanti – e più obiettivi precisi: caricare un album, scrivere un post che si ha in testa, chattare con un amico che si sa essere presente online.
Condividere i risultati. Spesso si naviga nelle stesse ore in cui si lavora o si studia. Mashable suggerisce di utilizzare le applicazioni per gestire un calendario: gestendo gli eventi e il loro completamento condividendone il risultato, si è più stimolati a lavorare per il proprio obiettivo invece di perdersi nei meandri del sito. Tra l’altro, queste applicazioni sono molto efficaci per loro integrazione con il Google Calendar o simili e facili da utilizzare anche sugli smartphone. Questo stratagemma aiuta il cosiddetto “rinforzo positivo”: “siccome sono stato bravo, mi merito il complimento degli amici che vedono la conclusione di un mio compito”.
Fare pause. Così come si fanno pause durante il lavoro e lo studio, è saggio fare delle pause nell’uso di Facebook. La tecnica più adottata è quella che prevede di fare una pausa di cinque minuti ogni 20/25 minuti di navigazione, segnando quali obiettivi si avevano e se si è riusciti a tagliare il traguardo. In caso negativo, la pausa successiva deve essere più lunga. Fino a imparare a fare quasi a meno del sito.
Spegnere e uscire di casa. La cosa più semplice, lapalissiana, ma in quanti davvero la rispettano? Facebook non contiene tutto quello che conta, e anche se la sensazione è che il mondo là fuori sia meno interessante, c’è sempre qualcosa di inafferrabile nell’esperienza reale che nessun social potrà mai surrogare. Una passeggiata, un corso di lingua, un salto in biblioteca, una mostra, sono cibo per la mente.