La storia di Twitter, per tre quarti della sua vita, è sembrata essere quella di un grande social-media no-profit. Poi, quando sono arrivati i tweet promozionali, molti erano pronti a giurare che gli utenti sarebbero scappati. Invece, negli stessi mesi, la piattaforma si rendeva protagonista di rivolte popolari e fatti storici. Vinta la battaglia, cosa diventerà Twitter nel prossimo futuro?
Twitter sta cambiando molto, arriveranno nuove funzionalità, si espanderà la parte pubblicitaria del sito e la scommessa, ovviamente, è di farlo senza rovinare quanto di efficace c’è nell’elementare sistema del microblogging.
I dati espressi dalle varie ricerche riassunte da Mashable in un interessante articolo di fine anno, sono al momento contraddittori: l’espansione internazionale ha richiesto più tempo del previsto (il paragone con Facebook non è neppure possibile), così come la vendita di spazi pubblicitari. Eppure, nessuno come Twitter crescerà nei guadagni nel 2012: le stime dicono 259 milioni di dollari, l’86% in più di quest’anno.
La società californiana non brilla in quanto a trasparenza sui costi e guadagni del suo advertising, tanto che il Wall Street Journal ha dovuto confezionare un’inchiesta per scoprirlo. In ogni caso, una campagna – per esempio di un candidato politico – su Twitter costa circa 100 mila dollari. E, secondo alcuni osservatori, la fidelizzazione degli utenti (11%) è più alta di quella di Facebook, anche perché i numeri sono più bassi e concentrati.
Non ci sono notizie neppure su possibili sbarchi in borsa, o di acquisizioni. La contesa tra Facebook e Google per comprare Twitter sembra ormai un reperto del passato. Il social dell’uccellino blu vuole farcela da solo. Ci riuscirà?
Il Web ha già seppellito siti che sembravano indistruttibili, come MySpace e Second Life, ma Twitter ha qualcosa di speciale, è un marchio mondiale di qualcosa che avevamo sempre desiderato poter fare. Con una capacità di mettere assieme fenomeni legati alla celebrità e nuovo giornalismo, che ne assicura la consistenza.
Dunque possiamo già dire come sarà Twitter nel 2012: più grande, ancora autonomo, con più inserzioni, con funzioni più elaborate, ma sempre riconoscibile nel suo stile. Dovesse essersi sbagliato, sarebbero guai.