Il consumo di televisione in rete si fa sempre più consistente e importante, anche rispetto a quello tradizionale, nel senso che sempre più persone sono propense a seguire materiale televisivo in rete (sia in streaming che via download) tanto che le stesse emittenti (e chiaramente chi poi vuole utilizzare simili mezzi a scopi pubblicitari) vogliono che un ente indipendente rilevi i contatti e le visioni di cui gode uno show o una serie in rete.
Così Nielsen (l’organismo numero 1 nella rilevazione dell’audience in America) annuncia che comincerà a rilevare gli “ascolti” dal web per la fine del 2008.
«I clienti lo vogliono» ha dichiarato Jim O’Hara, presidente dei media product di Nielsen. Ma la cosa è più difficile di quanto sembri poichè ogni medium ha una sua fruizione e un suo uso e quello della rete non è lo stesso della televisione. In sostanza l’utente che guarda un programma televisivo in rete non lo fa come lo farebbe in televisione, non proviene dalle stesse fonti e l’azione comunicativa ha conseguenze differenti. E proprio questo sarebbe ciò che interessa a chi ha piacere che Nielsen rilevi l’audience in rete.
Perchè il cuore di tutto sta nel fatto se una serie sia vista perchè in prima pagina sul sito della propria emittente o il sito dell’emittente riceve visite perchè mette la serie in prima pagina. E come si posizionano i siti di videosharing? E soprattutto la fruizione illegale come la si misura? Quanto influisce? Tanto, questo lo sappiamo. E si svolge secondo modalità differenti?
Insomma la sfida è di quelle titaniche ma da qualche parte tocca pur cominciare.