Come Tim Cook sta cambiando Apple

Ecco i cambiamenti introdotti da Tim Cook nella gestione di un gruppo come Apple: è un CEO profondamente diverso da Steve Jobs.
Come Tim Cook sta cambiando Apple
Ecco i cambiamenti introdotti da Tim Cook nella gestione di un gruppo come Apple: è un CEO profondamente diverso da Steve Jobs.

La gestione aziendale di Tim Cook come CEO di Apple è profondamente differente da quella messa in atto dal compianto Steve Jobs. Lo si nota da moltissimi fattori, quali ad esempio la decisione di concedere un dividendo agli azionisti, la creazione di un programma dedicato alla beneficenza e il rapporto diretto con i propri partner, tanto per citarne alcuni. Sono trascorsi circa 9 mesi da quando Jobs ha lasciato il timone a Cook: ma come il nuovo CEO sta cambiando la Mela?

Un interessante articolo di Fortune evidenzia degli aspetti in particolare. Innanzitutto, nello scorso febbraio Tim Cook e Peter Oppenheimer (CFO di Apple) hanno intrattenuto un gruppo di investitori guidato da un analista di Citibank, trascorrendo con loro circa un’ora del proprio tempo in una sala conferenze presso la sede 4 di Infinite Loop di Cupertino.

In quest’occasione, Tim Cook si è presentato a circa 20 minuti dal momento in cui Peter Oppenheimer ha iniziato il suo discorso, e ha fatto qualcosa di insolito per un CEO di Apple: ha ascoltato. Non ha interrotto il collega, non ha controllato la posta elettronica nemmeno una volta, ma si è semplicemente limitato a sentire ciò che il CFO aveva da dire circa l’azienda e, solo alla conclusione del suo discorso, è intervenuto offrendo agli investitori le proprie considerazioni.

È qualcosa che Steve Jobs non avrebbe mai fatto: l’ex CEO di Cupertino infatti raramente partecipava agli incontri con gli investitori, ma era solito mandare proprio Tim Cook, ai tempi chief operating officer (COO) della Mela. Si tratta dunque di un cambiamento significativo della gestione del gruppo, che unito agli altri fattori prima evidenziati, stanno cambiando l’intera cultura aziendale di Cupertino.

Apple è dunque diventata un po’ più aperta e molto più corporate: l’impronta di Tim Cook si sta iniziando a notare e l’uomo sta tracciando il nuovo corso non commettendo l’errore di chiedersi “Cosa farebbe Steve?”, ma concentrandosi invece su cosa è meglio fare per Apple. Qualcuno lo ha criticato aspramente poiché non crede che, a lungo termine, riuscirà a innovare come Steve Jobs ha fatto, ma intanto Cook si sta dimostrando un ottimo CEO. Anche Wall Street sembra apprezzare la sua guida, infatti la capitalizzazione di mercato di Apple è passata brevemente dai 140 miliardi di dollari del momento in cui Cook ha preso il posto di Jobs, ai 500 miliardi attuali. Cosa che ha permesso al gruppo di diventare più ricco e importante di Exxon Mobile e di lasciarsi dietro moltissime aziende di grande calibro.

Tim Cook è un CEO efficace ed efficiente e lo si è visto anche in occasione delle polemiche nate per Foxconn, a causa delle condizioni di lavoro che la fabbrica impone ai propri operai. Jobs non sarebbe mai andato in Cina per verificare di persona la situazione, mentre Cook ha anche permesso alla stampa di fotografarlo. Bisognerà vedere ora la qualità dei prodotti futuri con la mela morsicata: solo il mercato saprà dimostrare se egli è proprio il CEO di cui Apple aveva bisogno.

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