Nella giornata di ieri si è insediata presso la Camera una nuova Commissione per la valutazione dei diritti e dei doveri relativi a Internet. Sul taglio dei nastri e sui primi – leciti – dubbi, si è già detto fin dalla prima ora. Occorre però ora valutare con attenzione e rispetto quelli che saranno i passi successivi, accompagnandone l’evolversi in attesa di capire ciò che di buono potrà essere lasciato in eredità alle istituzioni.
La commissione è composta da 23 membri di varia estrazione i quali avranno una gravosa responsabilità: identificare e dirimere alcune delle principali problematiche in capo alle specificità della rete e della cittadinanza online. Sulla base di quanto raccontato ex-post da Luca De Biase, sette tematiche sarebbero state poste all’attenzione della Commissione da Laura Boldrini, così da indirizzare fin da subito i lavori che dovranno portare ad una prima bozza di risultanze entro il mese di ottobre:
- garantire la neutrality e la trasparenza della rete;
- assicurare i diritti umani e le libertà fondamentali, in particolare sia il rispetto della dignità e della integrità della sfera personale di ciascuno sia la libertà di espressione;
- tutelare l’autonomia di ciascuno anche nella propria identità digitale e la riservatezza dei dati personali;
- garantire la cittadinanza in rete, attraverso l’accesso universale all’infrastruttura, l’apertura dei dati del settore pubblico e la loro libera utilizzazione nei limiti della legge e la fruizione da parte di tutti come mezzo di diffusione e condivisione;
- favorire la circolazione della conoscenza e dei contenuti in rete;
- promuovere la sicurezza in rete, sia essa di interesse pubblico sia essa di interesse individuale (ad esempio soggetti più deboli, a partire dai minori e i disabili);
- promuovere azioni positive per l’educazione a internet e la tutela dei diritti.
I partecipanti avrebbero inoltre trovato un primo accordo sulla tipologia di approccio ai lavori: meglio concentrarsi sul lungo periodo, anzitutto, senza lasciarsi coinvolgere dalle polemiche della quotidianità o dalle regole dettate da prodotti o servizi di stretta attualità. Non occorre pensare alla rete di oggi, insomma, ma a quella che è la rete nella sua evoluzione e nelle sue prospettive future, così che se ne possa uscire con deduzioni sufficientemente generali da poter trovare applicazione di lungo periodo, ma al tempo stesso sufficientemente concrete da poter avere una ricaduta diretta sull’attualità e sulle necessità di orientamento espresse dalle sale della politica.
È un’occasione per fare un lavoro che si rivolga alla lunga durata, proattivo rispetto ai fenomeni, anche se ben consapevole dei fenomeni.
De Biase ricorda inoltre la finalità vera della Commissione: studio, e non legiferazione. Analisi dei problemi, dunque, e non azione risolutiva. La Commissione ha responsabilità di indirizzo, fungendo da base di lavoro per quelle che saranno eventuali successive discussioni in aula.
Si tratta comunque di principi. Non di norme specifiche. E la Commissione è di studio, non produce norme. Il lavoro si annuncia intenso. E si può approcciare ragionevolmente solo con grande umiltà e un po’ di umano entusiasmo
La prima puntata si chiude in questo modo, con ampia concordanza sul metodo e sul campo di applicazione della Commissione. Un nuovo incontro è ora fissato per il mese di settembre, ma già entro metà ottobre si potranno apprendere i primi risultati dei lavori in atto. La fretta di arrivare al risultato potrà stimolare i lavori, ma non potrà certo garantire sulla qualità degli stessi (per la quale dovrebbero in linea teorica garantire i nomi dei partecipanti) e sui reali riscontri possibili di quanto dedotto.
Occorre ricordare che il risultato sarà una Carta dei Diritti dei cittadini, dunque un documento che dirà cose di grande influenza su molte tematiche estremamente delicate. Con un primo problema da porre innanzi a tutto il resto: cosa è realmente specifico della rete e merita pertanto studi, indirizzi, attenzioni e leggi ad hoc? Questo primo bivio è fondamentale per discernere tutto il resto, poiché delinea la struttura complessiva del ragionamento in atto e del lavoro complessivo della Commissione.