L’Unione Europea ci crede: «Strade meno congestionate, forniture di energia elettrica migliori e più efficienti o trattamenti medici all ‘avanguardia gestiti da casa». Internet può essere il filo comune che unisce le grandi rivoluzioni del futuro poiché è tramite la rete e l’uso intelligente della stessa che sarà possibile dar vita a strumenti e servizi in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini dell’UE.
Viviane Reding ne ha fatto un vero e proprio piano programmatico: «Internet ci può aiutare ad affrontare le sfide del futuro ed è la chiave per far uscire dalla crisi l’economia europea. Grazie alle tecnologie e alle applicazioni online è possibile ad esempio migliorare i trasporti nelle città dove, a breve, si concentrerà il 70% della popolazione mondiale. Tali tecnologie rendono possibile e necessario migliorare i sistemi di gestione dell’energia, perché i consumi energetici raddoppieranno da qui al 2030. E dato l’invecchiamento della popolazione della UE internet potrà rendere più efficienti i sistemi sanitari e consentire il trattamento a distanza dei pazienti. L’Europa e le sue imprese dovrebbero cogliere questa opportunità e sviluppare tali tecnologie e applicazioni, perché grazie a esse sarà possibile migliorare in modo esponenziale l’efficacia socioeconomica dei processi quotidiani».
Tutto sta, semplicemente, nell’uso intelligente delle cosiddette TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), le quali rappresentano un ponte tra reale e virtuale per portare nella vita di ogni giorno le grandi opportunità che la Rete può creare. Per questo le imprese non rimarranno sole. La Commissione Europea ha infatti promesso un fondo di sostegno che, perpetrando gli sforzi già compiuti in passato, possa contribuire agli investimenti ed alla creazione di ulteriore innovazione: «La Commissione finanzia già la ricerca finalizzata a rendere internet più intelligente e ha investito 400 milioni di euro in più di 90 progetti europei tramite il programma di ricerca TIC; 200 milioni di euro all’anno saranno invece stanziati a titolo dei bilanci per la ricerca 2011-2013. Il progetto SENSEI, per citarne uno, mira a collegare i mondi reali e digitali creando ovunque luoghi “intelligenti”; ciò si concretizza, ad esempio, nell’invio di un SMS alle persone che praticano il “car-pooling” per segnalare che è in arrivo nelle vicinanze un autobus che li porterà a destinazione in tempi più rapidi».
Secondo la Commissione Europea il traffico dati sul Web sta aumentando al tasso del 60% all’anno. L’aumento, inoltre, è destinato ad accelerare con l’accrescersi dei sistemi che porteranno dati in Rete per ottenerne un quadro elaborato ed un servizio risultante: «Poiché internet connette miliardi di sensori e dispositivi mobili online per fornire informazioni sempre più sofisticate, le infrastrutture dovranno essere sufficientemente “intelligenti” per gestire in tempo reale un enorme afflusso di dati. Ad esempio, mediante tecnologie basate su internet quali i sensori, le etichette intelligenti, e, un domani, il sistema Galileo di navigazione satellitare, gli ingorghi del traffico, che costano all’Europa 135 miliardi di euro all’anno, potranno essere ridotti del 20% e le emissioni di un ulteriore 15%. […] I sistemi intelligenti sono già oggetto di progetti pilota in regioni e città di tutta Europa. Stoccolma, ad esempio, ha investito in un sistema intelligente di gestione del traffico che permette di ridurre i tempi di percorrenza, favorisce l’uso dei trasporti pubblici e consente di ridurre le emissioni di carbonio. Mediante l’uso di reti di sensori e di dispositivi mobili, è possibile raccogliere dati (quasi) in tempo reale, elemento chiave ai fini della gestione dei sistemi dell’energia e dei trasporti. Le informazioni così raccolte possono, ad esempio, essere utilizzate per ottimizzare i sistemi di mobilità urbana. La diffusione su larga scala dei dispositivi senza fili, inoltre, trarrà beneficio dalle porzioni di spetto liberate dal cosiddetto dividendo digitale».