ComScore, nota società di ricerca, marketing e misurazione del traffico online, è stata chiamata in causa da parte di due utenti statunitensi che hanno scovato l’installazione surrettizia di un software data-mining sul proprio PC. Le installazioni nascoste di questi programmi avvengono da parte dell’azienda tramite screensaver gratuiti e altre applicazioni, violando di fatto le leggi americane emanate in materia di privacy, tra cui la fondamentale Federal Electronic Communications Privacy Act.
Le parole incise sulla denuncia dei due utenti americani protagonisti della vicenda, Jeff Dunstan e Mike Harris, sono forti e non lasciano spazio a interpretazione alcuna: «La portata e l’ampiezza dei dati che ComScore raccoglie da ignari clienti è terrificante». La risposta del vice presidente di ComScore, Andrew Lipsman, è stata tanto repentina quanto lapidaria: «Abbiamo esaminato la causa e troviamo che sia priva di valore e piena di fatti inesatti. ComScore intende difendersi con forza contro queste affermazioni».
L’azienda ComScore, con sede a Reston, in Virginia, analizza il traffico internet utilizzando un campione di circa 2 milioni di internauti presenti in un territorio che comprende ben 170 paesi e, successivamente, commercializza i dati rilevati ad analisti finanziari, agenzie pubblicitarie ed altre imprese interessate.
Secondo Dunstan e Harris, la società utilizza software che andrebbero a ledere i diritti alla privacy degli utenti, raccogliendo dati personali come numeri di carte di credito, nomi utenti e password, oltre a registrare i siti visitati e gli annunci cliccati.