L’arrivo di iCloud non rappresenta solo l’ingresso nella nuvola del gigante di Cupertino. Il lancio del nuovo servizio dalle forti tinte cloud avrà infatti come ulteriore conseguenza la dismissione di MobileMe, lo strumento con il quale Apple ha finora permesso ai propri utenti di sincronizzare i dispositivi ed eseguire ulteriori operazioni. Tra queste figura anche un servizio di hosting web con il quale era possibile creare un proprio sito, con una forte integrazione con l’applicazione iWeb: sia il servizio di hosting che lo strumento per l’implementazione di pagine web, a quanto pare, non faranno parte del futuro di iCloud.
L’annuncio, seppur non ufficiale e non confermato con certezza, proverrebbe dallo stesso Steve Jobs, la cui risposta ad una e-mail ricevuta da un utente MobileMe sembra inequivocabile: con il lancio di iCloud molti dei servizi finora forniti non saranno più disponibili e tra questi v’è anche iWeb. Tutti coloro che hanno finora utilizzato lo spazio Web messo a disposizione dovranno cercare nuove soluzioni ove ospitare i propri file ed una nuova applicazione per la gestione dei documenti.
Sebbene iCloud sarà ufficialmente attivo a partire dal prossimo autunno, MobileMe continuerà a vivere ancora per alcuni mesi: agli attuali abbonati è stato infatti prolungato automaticamente il contratto fino al 30 giugno 2012, concedendo così il tempo necessario ad effettuare la migrazione verso il nuovo servizio o a cercarne di nuovi per supplire alle mancanze di iCloud rispetto a quelle che sono le funzionalità messe a disposizione da MobileMe, il cui destino non è mai stato baciato dalla fortuna.
Le prime avvisaglie di un abbandono di iWeb sono giunte alcuni mesi fa, quando al lancio della suite iLife ’11 gli utenti hanno ricevuto la spiacevole sorpresa di trovare iWeb ancora in versione ’09, a conferma dello scarso interesse del gruppo di Cupertino nei confronti di un’applicazione inesorabilmente destinata al declino. L’arrivo di piattaforme Web per la creazione di portali, gestibili in maniera semplice direttamente online, potrebbe aver spinto la società ad abbandonare il progetto, la cui utilità potrebbe esser stata messa in discussione alla luce dell’evoluzione del modo di fare web negli ultimi anni.