Conclusa la campagna per la candidatura di Internet al Nobel per la Pace

Conclusa la campagna per la candidatura di Internet al Nobel per la Pace

È un’idea tutta italiana, lanciata nel novembre scorso dalla redazione di Wired, quella di assegnare il Premio Nobel per la Pace a Internet. La lunga e discussa campagna a sostegno della candidatura si è conclusa a New York, dove nella cornice del Paley Center for Media, il direttore della rivista Riccardo Luna ha esposto nel dettaglio il perché della sua iniziativa.

Al suo fianco l’attivista iraniana Shirin Ebadi, già premiata nel 2003 e Nicolas Negroponte, tecnico informatico americano tra i fondatori del progetto OLPC (One Laptop per Child). Assente illustre invece la blogger cubana Yoani Sanchez, che non ha ottenuto dal suo paese il visto necessario per volare negli Stati Uniti.

Tra quanti sostengono la Rete in vista dell’assegnazione del riconoscimento anche politici nostrani come Nichi Vendola. Il presidente della Regione Puglia si aggiunge così all’elenco dei 160 parlamentari che già nel marzo scorso avevano appoggiato la proposta. Queste le sue motivazioni, raccolte in un intervento comparso nei giorni scorsi sul proprio blog:

Perché Internet è un enorme propulsore di messaggi di pace e di libertà. La Rete è sempre più un vero e proprio luogo del possibile, in cui milioni di persone dialogano, si scambiano speranze ed esperienze, scienza e conoscenza.

La Rete ha il pregio di superare le barriere geografiche e abbattere i muri innalzati dai potenti e dai governi a protezione dello status quo, facilitando la conoscenza e la naturale predisposizione dell’essere umano all’empatia.

La Rete costruisce pace perché unisce, perché narra porzioni di racconto che altrimenti non avrebbero voce.

L’iniziativa non ha però sollevato solo applausi e pareri positivi. Sono più d’una le voci fuori dal coro, secondo le quali considerare Internet degno di un tale riconoscimento equivarrebbe a deresponsabilizzare chi ne fa parte. Se è vero che ogni giorno milioni di persone contribuiscono ad accrescere il valore di un luogo d’incontro virtuale dove conoscenze e cultura vengono messe a disposizione di tutti, risulta impossibile trascurare i rischi connessi a un utilizzo meno nobile dello strumento. È per questo, come veniva messo in evidenza da un’analisi comparsa su Webnews all’epoca della candidatura, che il sostegno dell’iniziativa non è del tutto unanime.

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