Condé Nast continua la sua politica di ridimensionamento tesa a ottimizzare i costi di gestione delle sue attività e a contrastare la crisi economica. Dopo aver disposto la chiusura di alcune riviste, la società editrice ha da poco deciso di interrompere le attività del suo portale Flip.com, ritenuto ormai incapace di fare breccia come sperato nel cuore degli internauti più giovani. Il sito web, concepito per offrire la possibilità di creare album multimediali con fotografie e ritagli, era stato lanciato circa un anno e mezzo fa, ma senza riscuotere il successo auspicato da Condé Nast.
Stando alle prime informazioni, Flip.com verrà definitivamente chiuso il prossimo 16 dicembre, portando con sé nell’oblio le migliaia di “flipbooks” creati dagli utenti nel corso della breve vita del portale. Gli iscritti al sito web sono stati avvisati attraverso una email della decisione adottata da Condé Nast, che invita gli utenti a stampare i loro album prima della definitiva chiusura del servizio.
Con Flip.com, la società editrice non è stata particolarmente fortunata. La prima versione del portale, meno partecipativa e distante dai tradizionali canoni del Web 2.0 non aveva attirato i favori del target giovane cui era dedicata. Condé Nast aveva così deciso di rimodulare l’offerta del suo sito web, rendendolo maggiormente compatibile con i social network come MySpace e Facebook. Una mossa inevitabile e dettata dalla necessità di aumentare rapidamente il numero degli utenti, rendendo economicamente sostenibile il progetto. Nonostante le modifiche apportate, Flip.com non è comunque riuscito a conquistare una massa critica di utenti tale da rendere monetizzabile il servizio. Macchinoso e poco curato in alcuni aspetti, il portale ha continuato lungo la strada del declino fino alla recente decisione di Condé Nast di porre fine alle sue attività.
L’esperienza di Flip.com conferma il momento difficile attraversato dalla società editrice. Nonostante alcuni nuovi progetti in programma, come la versione italiana di Wired, Condé Nast sta attuando un sensibile ridimensionamento delle sue attività. Complice la crisi economica, l’editore ha disposto alcuni tagli nel personale e la chiusura di alcune testate come Men’s Vogue. A questi provvedimenti potrebbe seguire un taglio complessivo del budget pari al 5% e il licenziamento del 15% della forza lavoro della compagnia.