Wired è pronto a cavalcare l’onda lunga dell’iPad. L’annuncio giunge dal numero uno Chris Anderson in occasione del TED (Technology, Entertainment and Design conference) e la timeline prevede l’approdo su iBook entro l’estate. Poco dopo l’arrivo dell’iPad, insomma, arriveranno i primi contenuti e Wired intende farsi portatore del verbo di Cupertino tentando la scalata al mercato digitale in un processo di conversione de business da cartaceo a digitale.
Anderson ha utilizzato una sorta di simil-iPad ingrandito per dimostrare come la propria testata abbia progettato la propria versione per il tablet di Cupertino. Ed il suo entusiasmo per la novità è estremo: «We think this is a game changer», e Wired intende esserci. Il blasone del nome, la vocazione del brand, la natura del progetto: tutto spinge nella stessa direzione. Le difficoltà finanziarie dell’editore hanno evidentemente fatto il resto: Conde Nast intende essere il primo grande nome ad appoggiare l’avventura del tablet con la mela e tra necessità e coraggio il passo è estremamente breve.
Spiega lo stesso Wired: «Anderson ha detto che l’iPad permette per la prima volta ai periodici di creare contenuti digitali con lo stesso valore e la stessa arte che rappresentano l’impronta dei magazine certacei». Scott Dadich, Creative Director Wired, e Jeremy Clark, gruppo Above, avrebbero lavorato per sei mesi sul progetto ed ora il team sarebbe pronto ad affrontare il grande salto. L’iPad potrebbe essere infatti ciò che permetterà alla rivista di sposare l’origine del gruppo con il futuro del settore, il tutto attraverso un arricchimento del testo attraverso contenuti multimediali e nuove opportunità a livello di advertising.
Chris Anderson: così Wired andrà su iPad
Al momento soltanto una cosa rimane sotto silenzio: il prezzo. Nessun dato in proposito da Anderson (Wired indica però come un abbonamento possa essere ipotizzato considerevolmente al di sotto dei prezzi di mercato odierni, sui quali grava il costo di produzione e la filiera di distribuzione), il quale glissa così su uno dei temi principali della mutazione dell’editoria e del modo in cui Wired intende affrontare il tutto: il modello di business, il mix tra introiti dalla vendita e advertising, il modo in cui una nuova versione permetterà di aggiungere valore vendibile ai contenuti prodotti dalla redazione.