Condividere un file non significa distribuirlo

Condividere un file non significa distribuirlo

Secondo la EFF (Electronic Frontier Foundation) porre in condivisione delle opere non significa necessariamente distribuirle, violando quindi i diritti d’autore.

Affermazione espressa, in occasione della sentenza che vede coinvolta la famiglia Howell, in un documento presentato al tribunale distrettuale di Phoenix.

I coniugi Howell erano stati accusati da Atlantic di aver distribuito online dei file musicali. Il PC degli Howell era stato monitorato con una tecnica che analizza gli IP degli utenti della rete e blocca coloro che distribuiscono file illegalmente.

Inoltre, file erano stati rinvenuti nella cartella usata per condividere con Kazaa; a nulla era valsa la difesa dei coniugi che sostenevano che i file non erano stati prelevati da nessuno, ma erano stati regolarmente acquistati.

Secondo l’accusa non è necessario che si verifichi la distribuzione effettiva dei file perchè avvenga la violazione dei diritti d’autore, mentre per la EFF, che in questo caso si è schierata accanto agli Howell, l’Atlantic (l’accusa) starebbe interpretando male la legge sul diritto d’autore, poiché, secondo il copyright, non basterebbe condividere dei file perchè avvenga la violazione.

Ci sarebbe quindi una sovrapposizione dei due termini indicati dalla legge, “distribuzione” e “messa a disposizione“.

Infine, secondo la EFF, bisognerà fare chiarezza su un punto importante, cioè che la semplice messa a disposizione dei file non significa distribuzione e sfruttamento dell’opera altrimenti bisognerà riscrivere e rivedere l’intera normativa sul copyright.

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