Parlando a margine della presentazione dell’ottavo Rapporto Censis-UCSI sulla comunicazione in Italia, il Presidente Mediaset Fedele Confalonieri ha espresso una importante posizione nei confronti di quella che è la realtà online. Parole di fuoco, parole ferme, provenienti peraltro da una azienda che ha già sollevato in tempi non sospetti il dito indice contro Google e contro i video pubblicati senza autorizzazione su YouTube.
«Oggi internet si avvale di una parola magica che è free. Se i vari YouTube, Google, non riconoscono il valore della proprietà intellettuale non si può investire. Noi investiamo la metà di quello che ricaviamo in prodotti e in contenuti. Se altri approfittano dei contenuti perché vengano mandati in rete dai privati, soprattutto giovani, non ci sarà futuro per chi come mestiere fa i contenuti»: con queste parole il Presidente Confalonieri ha posto l’accento sulla stretta necessità di un intervento in materia, qualcosa che tuteli la produzione dei contenuti e che non faccia del “gratis” un campo anarchico nel quale chiunque può impossessarsi e redistribuire qualsiasi cosa. La stoccata a Google è diretta, il riferimento a YouTube non è casuale: l’azienda di Mountain View è rappresentata come la pietra dello scandalo, l’elemento centrale in questo tipo di “pirateria” tacita dei contenuti altrui.
Puntualizza inoltre Confalonieri: «Ci deve essere un ritorno per chi produce e investe in contenuti anche per le news. Questo è uno dei punti fondamentali, serve molta attenzione anche da parte dei regolatori, del legislatore, del governo, devono prendere a cuore questo problema». Il Presidente Mediaset, i cui contatti con il Premier Berlusconi non sono certo cosa segreta, chiama il Governo all’azione auspicando un intervento in materia per risolvere con la legge ciò che il mercato non riesce ancora a regolamentare.
Il discorso di Confalonieri si inserisce in un contesto nel quale i media tradizionali entrano in difficoltà nel proprio rapporto con la Rete e gli scontri per il copyright e per le nuove formule di distribuzione si fanno sempre più aspri. La posizione strategica di Confalonieri nei confronti di Silvio Berlusconi lascia però ipotizzare un peso specifico maggiore per questo tipo di opinione, con Mediaset pronta a scendere in campo a tutela delle proprie posizioni ed alla ricerca di un approccio migliore a quella che è la monetizzazione dei contenuti in Rete.
Contestualmente è ancora Confalonieri a smentire i rumor pubblicati da Repubblica secondo cui il massimo esponente Mediaset avrebbe partecipato ad una riunione con Paolo Romani e Francesco Caio per valutare il futuro di Telecom Italia «e i possibili impatti sul business televisivo con l’introduzione della banda ultra larga in Italia».