Confcommercio ha diramato numeri attesi e particolarmente negativi per l’attuale andamento del mercato dei consumi in Italia. Se il dato era atteso, meno prevedibile era però la natura intrinseca dello stesso, poiché vede un calo in controtendenza anche per il mondo delle comunicazioni, ossia l’ultimo baluardo di una speranza di ripresa che ora dovrà cercare nelle istituzioni risposte forti ed immediate.
L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) indica per il mese di aprile una diminuzione del 3,9% anno su anno ed un calo dello 0,1% rispetto al mese di marzo. Le difficili condizioni occupazionali e reddituali delle famiglie, spiega Confcommercio, rappresentano un handicap feroce per la propensione alla spesa ed il nuovo arretramento altro non fa se non confermare ed aggravare una situazione ampiamente nota e sempre più cronica. La novità del dato diramato è però nella sostanziale generalizzazione dell’arretramento, come ad evidenziare il fatto che il perpetrarsi della crisi vada ormai ad intaccare anche quelle sacche di spesa che ancora avevano fino ad oggi resistito.
Confcommercio pone un accento particolare sul rallentamento del mondo delle comunicazioni, quello che fino ai mesi precedenti aveva dato segnali in controtendenza ai quali veniva appesa una speranza di rimbalzo:
Anche i beni e servizi per le comunicazioni, che nei mesi precedenti avevano segnalato una certa dinamicità hanno mostrato una contenuta flessione della domanda nei confronti dell’analogo mese del 2012 (-0,1%). Tale andamento ha riflesso l’attenuarsi dei tasso di crescita dei prodotti. Il dato più negativo è ancora quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra una contrazione del 7,5% su base annua
Il rallentamento ha pesato in modo particolare sul mese di aprile, nel quale per la prima volta è comparso il segno negativo: fino al mese di marzo l’ambito non aveva ancora evidenziato particolari problemi, crescendo del 3,3% a febbraio e del 3,6% a marzo. Il dato destagionalizzato vede per il mese di aprile un preoccupante -2,5%, fotografia di una crisi economica che, in assenza di prospettive, inizia ad estendere le proprie conseguenze anche a quegli ambiti nei quali l’utente ancora annidava i propri residui desideri di investimento. Le comunicazioni saranno con ogni probabilità una delle cartine di tornasole su cui misurare il polso al mercato, in attesa di trovare un bagliore di luce in fondo al tunnel.