«La realizzazione in Italia dell’Agenda Digitale potrà dare un contributo del 4-5% alla crescita del Pil da qui al 2015. Le aziende dell’ICT hanno offerto al Ministro Profumo, che sta già realizzando importanti iniziative di innovazione nell’ambito delle competenze e funzioni del suo ministero, un’ampia collaborazione nel quadro di una visione comune per lo sviluppo dell’economia digitale. L’utilizzo del web per le attività delle amministrazioni pubbliche, l’innovazione promossa attraverso le smart communities, saranno i pilastri di questa partnership che potrà dare risultati concreti già nel breve periodo».
Con queste parole Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, ha illustrato la proposta che la propria rappresentanza ha portato al cospetto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, così da illustrare un’offerta ed una disponibilità concrete per far compiere al paese un passo avanti nella direzione indicata dalla Cabina di Regia per l’Agenda Digitale. Un’offerta che fa leva sulla forza di Confindustria Digitale, la quale auspica così di far valere la propria voce in capitolo in quanto confederazione di imprese «per un totale di oltre 250.000 addetti che realizzano un fatturato annuo di oltre 70 miliardi di euro».
Secondo quanto emerso in seguito, «Tra i punti cardine delle azioni contenute nelle proposte che Confindustria digitale ha presentato oggi a Profumo c’è, riguardo il mercato digitale, l’allineamento della aliquota Iva ridotta (4%) per contenuti editoriali online, un’Iva ridotta al 10% per l’e-commerce da piattaforme che agiscono in Italia. Nei progetti del pacchetto ci sono anche azioni a sostegno dello switch off digitale per servizi della pubblica amministrazione e tra questi le iscrizioni scolastiche, le pagelle online, le ricette mediche digitali, la carta di identità elettronica».
Ognuna di queste misure tenta di trarre vantaggio dallo sfruttamento della Rete, traslando nella dimensione digitale sistemi e procedure per ridurne i costi ed aumentarne l’efficienza. Il tutto è tradotto in un 4-5% in più nel tasso di crescita del PIL, qualcosa che potrebbe rivelarsi fondamentale per il rilancio del sistema paese.