Il commissario europeo all’agenda digitale Neelie Kroes ha lanciato una consultazione per alimentare un dibattito pubblico sulle implicazioni delle trasformazioni in atto nel panorama dei media audiovisivi. La parola chiave è convergenza: quello che una volta era possibile vedere in TV ora è disponibile su diverse piattaforme, e la fruizione stessa è cambiata, passando dalla totale passività allo user-generated content.
Sul suo blog, la commissaria ha con la consueta schiettezza sottolineato come di fronte a questo scenario di eccezionale ricchezza esistono anche sfide politiche: tutto ciò che era stato regolamentato secondo certi criteri prima dell’avvento del World Wide Web ora non risponde più alle esigenze di controllo dei contenuti e dei potenziali conflitti di interesse e di concorrenza leale.
Bisogna scrivere nuove regole, anche perché il vecchio continente forse è meno veloce nel passaggio alla televisione connessa, però in Cina la quota di mercato è al 44%, medesima cifra prevista negli Stati Uniti entro il 2016. Una piattaforma gigantesca composta da televisione connessa alla Rete, arricchita di applicazioni e di consolle di videogiochi a loro volta iperconnesse.
Destino segnato anche per i cittadini europei, che già oggi nel 22% dei casi utilizza un dispositivo mobile per connettersi a internet e fra quattro anni ci sarà il sorpasso, quando la maggior parte del traffico internet generato dai consumatori sarà costituito da video e la maggior parte del traffico IP sarà veicolato principalmente attraverso dispositivi mobili e connessioni wireless.
L’idea di Bruxelles è dunque quella di un Libro Verde (PDF) sulla convergenza che rappresenti il testo base sul quale lavorare.
La scorsa settimana abbiamo avuto una prima discussione con i ministri nazionali di tutta l’UE. Ero contenta che quei ministri generalmente sostenesso l’approccio del nostro testo. La nostra è stata una discussione molto ampia: il trade-off tra le emittenti e gli utenti delle telecomunicazioni, il pluralismo, la concorrenza e l’interoperabilità dei nuovi servizi, la protezione degli utenti vulnerabili, compresi i bambini, la frammentazione del mercato.
Per partecipare alla consultazione pubblica – aperta fino alla fine di agosto 2013 – basta leggere il Libro Verde e poi eventualmente scrivere a CNECT-CONVERGENCE-AV@ec.europa.eu provando a dare risposta a qualcuna o tutte le 27 domande poste dal libro. Un esperto come Stefano Quintarelli ha già notato le caratteristiche del libro verde, che suggerisce un cambiamento di visione tipicamente europea: dai mercati nazionali al mercato unico, ampliamento delle direttive nazionali con gli elementi emersi dal dibattito in seno europeo, uno spostamento della normativa dal punto di vista di chi eroga il contenuto a chi lo fruisce.
Alcune delle domande sono davvero stimolanti e ciascuna potrebbe aprire un intero capitolo di argomentazioni. Eccone alcuni esempi:
- Quale rilevanza hanno le differenze tra singole piattaforme che offrono contenuti (ad es. radiodiffusione terrestre o via satellite, banda larga cablata compreso il cavo, banda larga mobile) a livello di esperienza concreta dei consumatori e di obblighi di servizio pubblico?
- La possibilità di predefinire una scelta attraverso meccanismi di filtraggio, come le funzioni di ricerca, dovrebbe essere assoggettata ad un intervento pubblico a livello dell’UE ?
- Chi dovrebbe avere l’ultima parola quando si tratta di accettare o no l’apparizione di sovrapposizioni pubblicitarie, o altre tecniche innovative, sullo schermo?